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Vaccini, l'Emilia-Romagna chiede di ridiscutere la proprietà dei brevetti

Presa di posizione dell'Assemblea Legislativa con una mozione proposta dal Partito Democratico: “Unica strada per aumentare dosi e ottenere una distribuzione più equa”

La proprietà dei brevetti dei vaccini anti-Covid va ridiscussa. è questo il senso della risoluzione del consigliere reggiano Andrea Costa (Pd) approvata ieri dalla Regione Emilia-Romagna, prima in Italia a prendere posizione sul tema. "Servono più dosi di vaccino, ad un prezzo piu' basso e distribuite in maniera equilibrata ovunque altrimenti il virus non lo fermeremo", sottolinea Costa. 

La posizione del consigliere regionale è netta: "Si è arrivati in tempi rapidi a individuare diversi vaccini efficaci grazie alla condivisione dei dati sulla ricerca a livello mondiale, ci sono stati 100 miliardi di dollari di contributi pubblici alle aziende farmaceutiche che hanno fatto ricerca; è assurdo, quindi, che il vaccino non venga considerato un bene comune da mettere a disposizione di tutti". 

Anche perchè, sottolinea Costa, "le aziende che detengono i brevetti non riescono a soddisfare la domanda: l'unica soluzione è consentire ad altre aziende di iniziare la produzione trasferendo loro le conoscenze necessarie". Per questo l'esponente del Pd ha anche aderito ad una campagna internazionale per arrivare alla sospensione dei brevetti sui vaccini: "è una cosa già accaduta in passato: siamo in situazione d'emergenza, ci servono molte più dosi e devono essere distribuite ovunque perchè solo se le campagne vaccinali vengono eseguite in tutto il mondo fermeremo il virus e le sue varianti che, come stiamo vedendo anche in queste settimane, rischiano di vanificare gli sforzi fatti anche in Italia".

Ma per arrivare alla moratoria (proposta da India a Sudafrica) è necessario che nei consessi internazionali come almeno tre quarti dei Paesi aderenti siano a favore. "Ecco perchè- spiega Costa- esiste una sorta di 'piano B': attivare l'istituto della 'licenza obbligatorià". Significa, spiega il dem, "che uno Stato, in situazione d'emergenza, può obbligare il titolare di un brevetto a trasferire le sue conoscenze ad un soggetto terzo in cambio del pagamento di una sorta di 'diritto d'autore'. In questo caso l'azienda farmaceutica proprietaria del vaccino guadagnerebbe di meno rispetto a quanto farebbe vendendo direttamente le dosi, ma vedrebbe comunque riconosciuta la proprietà intellettuale, e al contempo si potrebbe aumentare immediatamente la produzione di dosi. La licenza obbligatoria è già stata utilizzata per gli antiretrovirali per la cura contro l'Aids". 

Se si superasse l'ostacolo della esclusività dei brevetti, tra l'altro, il territorio emiliano-romagnolo potrebbe giocare un ruolo da protagonista nella produzione di dosi: "Il comparto biomedicale nella nostra regione è molto importante, già ora le nostre aziende sono coinvolte in alcune fasi del processo produttivo come ad esempio l'infialamento", sottolinea infine Costa. Che conclude: "Avere piu' vaccini e averli ovunque, anche nei Paesi poveri, è l'unica strada possibile e eticamente giusta".

(DIRE)

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