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Fecondazione eterologa, libera e gratuita anche al Policlinico

Al via in Emilia-Romagna la fecondazione eterologa, a carico dei contribuenti nelle strutture pubbliche. L'assessore Lusenti: "Norme che danno ordine a un diritto riconosciuto da Corte Costituzionale". Centro riconosciuto anche all'Ospedale di Carpi

Dopo le polemiche delle scorse settimane per i tentennamenti denunciati da una parte della maggioranza, la Regione ha predisposto le proprie linee guida sulla fecondazione eterologa, che definiscono le modalità di erogazione e i criteri di autorizzazione per le strutture sanitarie. Il documento è stato presentato oggi in conferenza stampa dall’assessore alle Politiche per la salute Carlo Lusenti e, considerata la natura urgente del provvedimento, sarà adottato la prossima settimana con una delibera di Giunta. 

Il testo recepisce le linee guida nazionali, condivise e approvate ieri dalla Conferenza delle Regioni e Province autonome. “Con l’accordo raggiunto ieri - ha affermato Lusenti - le Regioni hanno assolto in modo molto tempestivo all’impegno preso a metà agosto: condividere regole comuni di funzionamento che rendano esigibile per le coppie un diritto riconosciuto dopo la sentenza della Corte Costituzionale”.

Già dalla prossima settimana, non appena entrerà in vigore la delibera regionale, le coppie potranno recarsi nei ventuno centri - pubblici e privati - di procreazione medicalmente assistita presenti in Emilia-Romagna, per effettuare i colloqui con i medici, ai quali compete la decisione di consigliare la tecnica più idonea per la coppia.

REGOLE  E COSTI - Come per la fecondazione omologa, tutti gli esami, i controlli e la metodica sono a carico del Servizio sanitario nazionale, con il limite massimo di 43 anni per le donne riceventi e un numero massimo di 3 cicli da effettuare nelle strutture pubbliche. La compartecipazione alla spesa (il ticket) è prevista solo per gli esami diagnostici e di valutazione dell’idoneità per entrambi i componenti della coppia, precedenti all’avvio della procedura. Gratuita e volontaria è la donazione, così come gli esami e i controlli che devono effettuare donatori e donatrici. I donatori maschi devono avere un’età tra i 18 e i 40 anni, le donatrici tra i 20 e i 35 anni. Per quanto riguarda il tema economico, cioè l’incidenza che l’introduzione di questa tecnica avrà sul sistema sanitario nazionale, l’assessore ha affermato: “La differenza di costi tra la procreazione medicalmente assistita omologa ed eterologa è marginale - ha spiegato - e riguarda essenzialmente la spesa per la conservazione del registro e la crioconservazione dei gameti". 

I CENTRI - In Emilia-Romagna sono 21 i centri autorizzati (10 pubblici e 11 privati) per le tecniche di procreazione medicalmente assistita. Delle 10 strutture pubbliche, 4 sono di primo livello (effettuano l’inseminazione artificiale, a bassa complessità organizzativa e tecnico-professionale), mentre le altre (sempre pubbliche) sono autorizzate a utilizzare anche tecniche di secondo-terzo livello (fecondazione in vitro e fecondazione attraverso l’iniezione dello spermatozoo all’interno del citoplasma). A Modena i centri autorizzati sono il Centro di Medicina della Riproduzione del Policlinico ed il Centro di Sterilità di Coppia dell'Ospedale di Carpi.

NUMERI - Nel 2013 i centri dell’Emilia-Romagna hanno trattato con tecniche di primo livello 794 pazienti (ultimo dato aggiornato del Registro nazionale), di cui 507 nelle strutture pubbliche e 287 nelle private. L’attività di secondo e terzo livello ha riguardato 3.820 pazienti, di cui 2.358 nei centri pubblici e 1.462 in quelli privati. Con l'introduzione dell'eterologa si stima un aumento del 10-15%.

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