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FestivalFilosofia, l'amore tra egemonia culturale e marketing territoriale

Dodici anni, un milione e 411 mila presenze: la filosofia scende nelle piazze e porta con sé importanti ricadute sociali, culturali ed economiche. Uno sguardo critico, che spesso è mancato, sul Festival e sulle sue ragioni

C'era una volta l'egemonia culturale di gramsciana memoria, oggi vi sono le grandi iniziative di pedagogia pubblica e di comunicazione moderna dei saperi. Negli anni '60 c'era lo spettro della midcult macdonaldiana, oggi c'è la festivalizzazione della cultura e della politica urbana. C'è stato e c'è tutto questo, ma soprattutto ci sono quelle due paroline magiche che da diversi anni fanno capolino dietro ogni angolo: oggi c'è il marketing territoriale.

A 13 anni dal suo debutto, il FestivalFilosofia conferma il proprio format e coccola il proprio pubblico cresciuto di ben sei volte dal lontano 2001, fino a registrare 184mila presenze nell'edizione dello scorso anno. Una formula granitica che non viene messa in discussione, proprio in nome di quel tanto declamato marketing del territorio. Perchè la parola d'ordine di oggi è promozione. Promozione della cultura, promozione del sapere, promozione del territorio, promozione delle eccellenze, promozione in serie A e promozione in serie B.

Come lo stesso Consorzio per il Festival sostiene, “in un’ottica di marketing territoriale il FestivalFilosofia contribuisce alla definizione dell’orientamento strategico del territorio in due modi: costruendo una nuova immagine per la città e attraendo nuove risorse, intese sia come investimenti esterni per la realizzazione del festival sia come nuova domanda culturale e turistica che approda nel territorio”. Dubbi. Il festival contribuisce a migliorare l’immagine delle città che lo ospitano, alzando il loro grado di attrattività? Il festival ha una ricaduta economica positiva sul territorio, essendo una delle manifestazioni con la più alta influenza sull'attività ricettiva degli alberghi? 

Legittimo chiederselo e facile rispondere che, il secondo weekend di settembre, Modena, Carpi e Sassuolo fanno registrare il tutto esaurito e la grande democrazia pedagogica si esprime in tutta la sua forza. Ecco appunto, il secondo weekend di settembre. Ma per tutto il resto dell'anno possiamo dire che le città modenesi godano di un ritorno di immagine che incrementa il turismo o, parallelamente, che l'industria della cultura locale abbia alzato il proprio livello? Legittimo chiederselo, un po' più difficile rispondere. L'impressione però è che – senza assolutamente disconoscere i successi fin qui registrati – il FestivalFilosofia venga talvolta interpretato come la panacea di molti mali delle esigenze cittadine e, come spesso accade in questa città, venga molto celebrato, poco discusso e pochissimo criticato, nel senso cristallino del termine.

“La vitalizzazione della città e delle sue istituzioni diviene uno dei terreni di incontro-scontro tra le parti. La sua ‘maschera’ è lo sviluppo delle istituzioni culturali locali e della “economia della conoscenza” della città. La tradizione italiana vuole che la governance di provincia richieda, accanto al consenso elettorale, anche un “consenso di piazza”, scriveva il sociologo Bruno Sanguanini, proprio in merito ai festival culturali. E allora la piazza modenese sembrerebbe rispolverare quelle due paroline magiche antiche e inossidabili: egemonia culturale. Un eterno ritorno per la storia politica della nostra terra.

Anche quest'anno, a discutere delle mille forme dell'amore, saliranno sul palco volti noti del panorama italiano ed internazionale, dal mancato Presidente Rodotà, al fascinoso Massimo Cacciari, passando per l'incensato teodem Enzo Bianchi. Sul piatto anche temi di scottante attualità, come la violenza di genere e le unioni omosessuali. Grande pubblico, studenti accampati in piazza, ristoranti pieni. Code alla Feltrinelli, alberghi esauriti. E tra il marketing territoriale e l'egemonia culturale tornerà a sbocciare l'amore. Per l'egemonia sarà una grande storia romantica, per il marketing, una fugace weekend di passione.

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