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Autodromo di Marzaglia, ambientalisti contro Muzzarelli: "Visione da secolo scorso"

FIAB Ambiente e Bicicletta, ISDE, Italia Nostra, il circolo di Legambiente "Angelo Vassallo" e la sezione WWF Emilia Centrale criticano il sindaco: "La testa nel passato non l’abbiamo noi ma chi, come Lei, continua a pensare che la crescita economica venga prima di tutto"

Le associazioni ambientaliste che si sono opposte al progetto di ampliamento dell'Autodromo di Marzaglia non hanno gradito le dichiarazioni del sindaco Gian Carlo Muzzarelli, rilasciate duante il Consiglio comunale del 30 giugno scorso che ha approvato il progetto urbanistico. Il primo cittadino ha infatti accusato gli oppositori di avere la testa nel passato e di essere incapaci di vedere il futuro.

"Da che pulpito, ci viene da dire! Non ha forse la testa nel passato chi, come il sindaco, continua a pensare che la crescita economica venga prima di tutto e ad essa possano essere sacrificate risorse naturali fondamentali come il suolo, la qualità dell’acqua e dell’aria, insieme alla vivibilità delle città e alla salute delle persone? Questa è una visione che ha riscosso un grande successo per tutto il secolo scorso, ma che l’acutizzarsi delle crisi climatica ed ecologica ha definitivamente affossato", replicano FIAB Ambiente e Bicicletta, ISDE, Italia Nostra, il circolo di Legambiente "Angelo Vassallo" e la sezione WWF Emilia Centrale.

"Lo dimostrano i fiumi in secca, le temperature sempre più alte, lo scioglimento dei ghiacciai e gli eventi metereologici estremi a cui assistiamo in questi giorni; insieme a questi fenomeni, anche l’impatto pesante dell’inquinamento atmosferico sulla salute umana, testimoniato dalle norme sempre più stringenti in materia di emissioni in atmosfera, ci porta a concludere che non si può più continuare a pensare come se vivessimo nel Novecento. Tuttavia, la mentalità del Novecento è alla base dell’ampliamento dell’autodromo di Marzaglia, l’ennesimo progetto di cancellazione di suolo libero, che impatta sulle falde acquifere della conoide del Secchia – territorio già devastato da cave e prossimamente dalla bretella Campogalliano-Sassuolo – e che si fonda su un modello di mobilità incentrato sull’automobile privata e veloce: lo stesso modello a cui continuiamo a pagare un tributo pesante in termini di inquinamento atmosferico, emissioni climalteranti, incidenti con morti e feriti e congestione degli spazi urbani".

La critica delle associazioni modenesi è radicale: "Per il sindaco Muzzarelli l’autodromo è invece il tassello di una rivoluzione, quella dell’auto del futuro, elettrica, ibrida, a idrogeno e a guida autonoma (che in realtà continua ad occupare spazio nelle città, oltre che essere uno strumento di mobilità ancora decisamente costoso). Ci piacerebbe credere alla lettura del sindaco, ma la nuova tribuna da 3000 posti e i 1500 parcheggi progettati testimoniano che l’obiettivo prioritario dell’allungamento della pista è quello di “migliorare l’attrattività sportiva” dell’impianto per ospitare competizioni più importanti di quelle attuali, come è dichiarato esplicitamente nella presentazione del progetto di ampliamento. Delle gare e di manifestazioni come “Dag dal gas” (giornate dedicate a “prove libere” in cui chiunque può sfrecciare con la propria auto sul circuito: un passatempo a dir poco discutibile in tempi di crisi energetica e scarsità di risorse fossili…) il sindaco Muzzarelli e l’apparato comunicativo comunale preferiscono evidentemente non parlare, quasi fossero delle attività secondarie. In realtà, insieme ad eventi promozionali aziendali e pubblicitari, negli ultimi anni hanno rappresentato oltre il 65% delle attività svolte nell’autodromo. Quelle sperimentali, green e non green, meno del 20%. Ma per l’autodromo di Marzaglia l’opacità in merito alle finalità non è una novità: nel 2008 era la pista Guida Sicura, adesso è il centro al servizio dell’auto del futuro".

Un'altra critica riguarda nel complesso la gestione del suolo: "Come ciliegina sulla torta, la recentissima modifica della legge urbanistica regionale “a consumo di suolo zero” consentirà di escludere gli ettari consumati per l’ampliamento dell’autodromo dal computo del consumo di suolo. Una prova di come si può azzerare il consumo di suolo, continuando a consumarlo!", chiosano gli ambientalisti.

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