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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

La Fondazione Ago assorbe Fmav, approvato il nuovo assetto per l'ex Sant'Agostino

Approvati in Consiglio lo statuto e l’aggiornamento delle “Linee guida per il progetto culturale”. Creatività, cultura diffusa e coordinamento al centro della programmazione

Via libera alla nascita della fondazione di partecipazione denominata Ago – Modena Fabbriche culturali Ente del Terzo settore. Il nuovo soggetto culturale, che ha come soci fondatori Comune di Modena, Unimore, e Fondazione di Modena, avrà il compito di gestire le attività e i servizi culturali, di accoglienza, didattica e formazione previsti nel complesso dell’ex Sant’Agostino, già oggetto di riqualificazione nell’ambito del più ampio progetto del polo culturale che comprende, inoltre, il Palazzo dei Musei, l’ex Ospedale Estense e largo Sant’Agostino.

Nella seduta di lunedì 12 dicembre, infatti, il Consiglio comunale ha approvato, con il voto favorevole della maggioranza (Partito democratico, Sinistra per Modena, Modena Civica, Europa Verde-Verdi) e del Movimento 5 stelle, il voto contrario di Fratelli d’Italia e l’astensione di Lega Modena, Forza Italia, Modena sociale e Alternativa popolare, la delibera presentata dall’assessore alla Cultura Andrea Bortolamasi, che include lo statuto della fondazione e le “Linee guida per il progetto culturale” che aggiornano il documento già approvato dal Consiglio nel 2018.

Dall’arte contemporanea e innovativa, alla ricerca e formazione sulle Digital Humanities, fino all’apprendimento orientato all’edutech, Ago opererà come vero e proprio hub culturale che, in sinergia con le diverse istituzioni, a partire dagli istituti culturali dell’Amministrazione, sviluppa le sue attività promuovendo un accesso allargato, diffuso e continuativo alla conoscenza, in una dimensione che si allarga dal locale all’internazionale e che vedrà la presenza anche di luoghi di socialità, incontro e aggregazione.

Ex Sant'Agostino, svelato il progetto finale. Copertura cinetica e strada interna 

“Il passaggio da ex ospedale Sant’Agostino a polo culturale Ago – ha affermato Bortolamasi – rappresenta, in epoca recente, il più importante intervento di riqualificazione a base culturale della nostra città e, contestualmente, l’apertura di una nuova prospettiva che vede nella cultura e nella creatività due leve di progresso per la nostra comunità. Si tratta di un percorso – ha argomentato Bortolamasi – avviato nella scorsa consigliatura e che porta Comune, Unimore e Fondazione di Modena a collaborare con l’obiettivo di indirizzare, progettare, programmare e gestire gli spazi del polo Sant’Agostino, rafforzando, inoltre, la capacità di programmazione dei singoli istituti già coinvolti, e dei futuri soggetti aderenti, in una modalità coordinata e integrata, grazie, appunto, alla regia della Fondazione”.

Già avviata, secondo principi di permeabilità tra i suoi edifici e di apertura verso la città, la riqualificazione architettonica del complesso monumentale dell’ex Sant’Agostino: entro il 2024 saranno conclusi i lavori del primo stralcio riguardanti anche l’area dei Musei Universitari; nel 2023, invece, verranno appaltati gli interventi del secondo stralcio, il cui progetto aggiornato è stato presentato in questi giorni. Si tratta di una doppia operazione funzionale alla vitalità culturale e sociale del complesso. Nello specifico, il primo stralcio dei lavori prevede la ristrutturazione, il riallestimento e l’apertura dei Musei universitari presenti nel complesso che, in coerenza con i programmi che hanno portato al riconoscimento di Modena Città Creativa Unesco per le media arts, si candida a divenire un polo di eccellenza per le nuove frontiere dell’arte e della conoscenza. Il secondo stralcio dei lavori, invece, oltre all'area del Museo della Figurina e dell'immagine, prevede anche alcune novità come, per esempio, la copertura mobile del cortile e la realizzazione di una terrazza sospesa sopra gli edifici del polo culturale.

I soci e l'assetto organizzativo

Un nucleo centrale, composto da Comune di Modena, Unimore e Fondazione Modena, in grado di esprimere le proprie competenze specifiche attraverso tre organismi (rispettivamente, il Consiglio d’indirizzo, il Comitato scientifico e il Consiglio di amministrazione), favorendo lo sviluppo di un modello culturale basato su formazione, produzione e partecipazione. Accanto ai tre soci fondatori, infatti, vi sarà la possibilità di apporti di idee e risorse di ulteriori soggetti, pubblici o privati.

Sono alcuni punti dello statuto della “Fondazione Ago – Modena Fabbriche culturali Ente del Terzo settore”, documento che delinea l’architettura istituzionale del nuovo soggetto, funzionale alla progettazione, allo sviluppo e all’attuazione, integrata e coordinata,  delle attività degli istituti del nuovo polo culturale. “Si tratta di un nuovo paradigma, basato sulla collaborazione positiva tra i vari enti coinvolti – ha specificato l’assessore Bortolamasi in Consiglio – che ci consentirà di essere vincenti e competitivi come città e comunità”.

Il Comune, per esempio, grazie all’attività in materia di programmazione culturale, può contribuire ad armonizzare le iniziative di Ago con le strategie territoriali nell’ambito del Consiglio d’indirizzo, organismo composto da cinque membri designati uno a testa da Comune, Università e Fondazione, mentre due sono nominati dai primi tre. Il presidente ha funzioni di rappresentanza istituzionale.

L’Università apporta le sue specifiche competenze grazie al ruolo guida ricoperto nel Comitato scientifico, dove tre dei cinque membri vengono designati da Unimore (uno dal Comune e uno dalla Fondazione).

Fondazione di Modena, che ha in Ago un proprio ente strumentale e di conseguenza controlla l’organo amministrativo, può garantire nel Consiglio di amministrazione l’adeguata efficienza gestionale e, appunto, amministrativa: tre membri su cinque, infatti, sono nominati dalla Fondazione (uno designato dal Comune, l’altro da Unimore) e uno di questi ricopre l’incarico di presidente esecutivo.

La struttura della nuova Fondazione si completa con l’Organo di controllo, nominato dal Consiglio d’indirizzo (monocratico oppure con tre membri, uno dei quali con ruolo di presidente), e con il Comitato di Garanzia composto da prefetto, presidente del Tribunale e un terzo membro nominato congiuntamente dai primi due.

Gli incarichi possono essere remunerati nella misura indicata dal Consiglio d’indirizzo e nei limiti di ciò che prevede il Codice del Terzo settore. Il fondo di dotazione iniziale dell’ente sarà costituito dal valore d’uso dell’ex ospedale Sant’Agostino di proprietà di Fondazione di Modena, mentre il Comune non conferirà direttamente al fondo dotazione di beni e risorse proprie.

Le attività e le risorse di Fmav vengono assorbite dal nuovo ente, senza soluzione di continuità, e il Comune continuerà a contribuire alle spese nella misura attualmente concordata. Tutte le altre spese di esercizio, di gestione e di produzione culturale di Ago sono a carico di Fondazione di Modena, con la possibilità, comunque, di ottenere contributi pubblici e privati, anche partecipando a bandi nazionali ed europei.

Accanto a Comune, Unimore e Fondazione di Modena, lo statuto di Ago prevede, appunto, il coinvolgimento, stabile o temporaneo, di istituti, enti, associazioni, di natura pubblica o privata, che portino idee, innovazione e proposte. Si tratta, come da documento, dei “partecipanti istituzionali” e dei “partecipanti” che, nominati dal Consiglio di amministrazione, potranno destinare i loro contributi anche a progetti specifici della nuova Fondazione.

Il dibattito

“Stiamo lavorando per il futuro, riqualificando e valorizzando, con innovazione, soprattutto ciò che già esiste nei nostri istituti culturali, attraverso progetti urbanistici e culturali chiari, in grado di dare slancio attrattivo ed economico a Modena”. Intervenendo nel dibattito sulla delibera di Ago, il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli ha ricordato l’insieme di competenze e intelligenze impiegate nel tempo, in grado di tenere insieme, in una visione strategica, tradizione e innovazione. Muzzarelli ha poi voluto ringraziare l’insieme di soggetti protagonisti del progetto, soffermandosi sull’importanza del cammino costruito in Consiglio comunale: “Si tratta di un percorso che di anno in anno sta diventando realtà, grazie a una linea politica concordata in quest’aula nel 2018”. 

La discussione è stata aperta dalla consigliera Enrica Manenti (M5s) che ha motivato il voto favorevole del gruppo: “Ci sembra un’opportunità ben meditata con degli investimenti produttivi”. Manenti ha però auspicato che tali finanziamenti non vadano a discapito degli istituti esterni al polo culturale: “Con l’innalzamento delle qualità innescato da Ago, sarà importante continuare a valorizzare anche gli altri enti culturali, potenziandone soprattutto il personale scientifico”. La consigliera ha poi concluso con un auspicio sulla piazza: “Non si aspetti la fine dei lavori per vederla pedonalizzata”.

Il consigliere di Lega Modena Giovanni Bertoldi, spiegando l'astensione, ha manifestato approvazione per il progetto architettonico esprimendo tuttavia perplessità sul progetto culturale: “Non vediamo grande discontinuità con il passato, inoltre - ha aggiunto Bertoldi -  il progetto economico-finanziario risulta ancora poco chiaro, e il rischio è di sperperare denaro pubblico”. Bertoldi ha aggiunto poi l’importanza di valorizzare anche il passato e il ruolo sociale dell’ex ospedale Sant’Agostino: “In continuità con il teatro anatomico e i Musei, potrebbe essere progettato un museo della medicina”.

Per Fratelli d’Italia, Elisa Rossini, d'accordo con Bertoldi, si è detta perplessa per i contenuti culturali del progetto e i rischi finanziari: “La prospettiva è di avere un contenitore bello ma dispendioso e dal progetto culturale vago, fluido, come emerge dalla lettura delle delibera”. La capogruppo ha poi argomentato come il progetto non tenda a valorizzare le radici storiche dell'ex ospedale: “La stessa denominazione fa sparire Sant’Agostino, colonna portante del concetto di carità”. Rossini ha poi espresso dubbi sulla compatibilità giuridica tra la Fondazione e il sistema del terzo settore.

Replicando a Rossini, Stefano Manicardi (Pd) ha affermato che si tratta di una polemica ideologica di stampo conservatore: "In questo modo si intende il progresso come qualcosa da disprezzare e non di positivo”. Il consigliere ha poi manifestato l’approvazione per un progetto che conferisce flessibilità agli edifici coinvolti: “Gli spazi non possono essere precostituiti, ma devono essere in grado di adattarsi ai cambiamenti. Questo progetto non svaluta la storia ma la riattualizza”.

Anche Alberto Bignardi (Pd) ha replicato alla consigliera Rossini, introducendo il concetto di ricucitura tra gli spazi del polo e la città: “Credo che il nome Ago sia strategiamente forte, simbolico, e poi mantiene il collegamento con il nome del santo”.

Per Federica Venturelli (Pd) “il progetto consente di valorizzare l’incontro tra cultura umananistica e scientifica, creando anche importanti opportunità professionali”. La consigliera ha messo in risalto, inoltre, la necessità di rendere attrattivi gli spazi culturali anche a chi abitualmente non li frequenta. Venturelli ha poi manifestato approvazione per l’attenzione del progetto riservata al Museo della figurina e dell’immagine: “Rappresenta la nostra storia e la nostra identità”.

L’importanza del progetto, secondo Federica Di Padova (Pd), consiste nel suo essere “luogo multidisciplinare, aperto allo scambio tra i saperi e in grado di promuovere cultura diffusa”. Per la consigliera, infatti, Ago dovrà essere luogo capace di coinvolgere pubblici differenziati: “Fondamentale anche la presenza di servizi commerciali che possano stimolarne la frequentazione”. Anche Di Padova ha poi posto l’accento sulla centralità del Museo della figurina e dell’immagine: “Il polo consentirà di mettere in risaluto un museo unico nel mondo, che sarà cuore di questo polo dell’immagine che è Ago”.

Prendendo parte al dibattito la consigliera Aime Paola (Europa Verde-Verdi) ha evidenziato la fluidità del progetto: “Noi vediamo Ago come un qualcosa di aperto alle sollecitazioni, da non ingessare”. Anche Aime ha auspicato, inoltre, che Ago diventi catalizzatore del processo di pedonalizzazione di piazza Sant’Agostino, aggiungendo poi il rammarico per l’assenza dal progetto della porta dell’architetto Frank Gehry: “Sarebbe stata un valore aggiunto”.

Per la consigliera Camilla Scarpa (Sinistra per Modena) “questa delibera è una passaggio fondalmentale del recupero del Sant’Agostino”. La capogruppo ha manifestato apprezzamento per il progetto che valorizza le stratificazioni che si sono succedute negli anni e rende il complesso permeabile nell'ambito urbano "per cui auspichiamo totale fruibilità". Scarpa, d’accordo con i colleghi, ha poi ribadito la necessità della pedonalizzazione della piazza “affinché il polo possa essere davvero integrato”.

Il voto contrario di Fratelli d'Italia

"Una riqualificazione attesa da 25 anni che nella presentazione di questi giorni ci restituisce un progetto pregevole nella forma, ma ancora privo di contenuti culturali e di idee. Una presentazione che fa seguito ad altri momenti simili nel 2018 e nel 2019 che non hanno avuto sviluppi sul piano dei fatti. Quello a cui invece assistiamo e ci preoccupa è la rinuncia alla identità e alla storia del luogo". Con queste motivazioni il capogruppo Fdi Elisa Rossini commenta il suo voto contrario sullo delibera relativa allo Statuto della Fondazione Ago Modena.

"La lettura dello statuto e delle allegate le linee guida del progetto, ci restituisce una visione molto confusa e senza quel tratto identitario che dovrebbe caratterizzare interventi che riguardano luoghi storici. La storia è solo un pretesto per catapultarsi verso l’ignoto fluido - afferma Rossini -. Del resto la stessa denominazione “Fondazione Ago Modena Fabbriche culturali” che fa sparire S.Agostino è segno evidente della perdita di qualsiasi identità. Sarebbe stato a nostro parere molto più attraente radicarsi con chiarezza nel tratto culturale delle origini utilizzando ad esempio “Fondazione Centro Culturale Sant’Agostino”. C’è un precedente simile a Siena dove il Museo Santa Maria della Scala richiama nella sua stessa denominazione la sua origine e la sua storica funzione".

"Sant’Agostino, è colonna portante del pensiero occidentale; ha sistematizzato anche sotto il profilo filosofico il pensiero cristiano per il quale la virtù che sintetizza tutte le altre, sia quelle teologali che quelle cardinali, è la carità. E tale virtù ha ispirato la nascita dei primi luoghi di ricovero dei pellegrini, dei poveri e degli infermi voluta dal concilio di Nicea del 325 che ne aveva prescritto la costruzione in ogni città. Da questo veniamo noi e da questo elemento culturale è nato l’ospedale Sant’Agostino. Il riconoscimento di queste profonde radici è fondamentale, viceversa la vacuità del progetto presentato emerge nello stesso pre-preambolo nel quale si afferma che la 'Fondazione AGO, ispirandosi ad una cultura rispettosa della differenza di genere, riconosce la necessità di indicare anche nel linguaggio la presenza di entrambi i sessi nei propri organi statutari. Si segnala, dunque, che ogni carica, funzione, ruolo che sia indicato con il maschile generalizzato è da intendersi, tutte le volte, anche al femminile'. Un chiarimento a nostro avviso tutt'altro che fondamentale rispetto ai contenuti del polo culturale e alla sua storia".

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