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Caffè Concerto, il gestore rompe il silenzio: "Impianto del Comune fuori norma"

Sotto accusa le insolvenze dell'attuale gestore, che tuttavia le imputa al malfunzionamento dell'impianto idrico di proprietà dell'Amministrazione. RIvendicazioni anche sulla stima del mobilio

"È ora che io prenda la parola. Ho taciuto sino ad ora nel convincimento che il buon senso potesse prevalere. Non è stato così . È arrivato il momento che tuteli il mio nome, quello della mia azienda e quello di tutte le persone che hanno creduto inme e nel mio progetto. Quindi ritengo di dover chiarire alcuni aspetti fondamentali di questa vicenda", scioglie ogni riserva Matteo De Pietri, gestore del Caffè Concerto di Piazza Grande, i cui locali sono stati affidati ad un nuovo soggetto a seguito del bando comunale.

"Anzitutto smentisco che il presunto debito della Modena Food verso l’amministrazione comunale si riferisca a canoni locatizi impagati. Come avremmo mai potuto partecipare al bando da locatari insolventi? Esso è  invece riferito ad utenze idriche relative all’impianto, di proprietà del Comune, di cui il Caffè Concerto si avvale nello svolgimento della sua attività. Impianto assolutamente fuori norma che implicano utilizzi spropositati di acqua che hanno determinato il prosciugamento delle falde acquifere locali, con relativo danno, non solo per chi scrive ma anche per l’intera comunità. Centinaia di migliaia di mq di acqua potabile dell’acquedotto sperperati. Una situazione che dal 2001 che è stata fatta presente all’Amministrazione con innumerevoli richieste, tutte  documentabili, mai prese in considerazione. Ne è nato un contenzioso, anche in considerazione del fatto che la fatturazione per le utenze idriche è completamente convogliata in capo all’Amministrazione senza possibilità alcuna di controllo da parte di chi scrive. Ma la trasparenza?"

De Pietri poi aggiunge: "Le ultime tre annualità di utilizzo idrico sono state contabilizzate dall’amministrazione solo a metà 2017 (pertanto non presenti nei bilanci nè di Modena Food nè del Comune precedentemente) in un’unica soluzione per un valore di 275.000 €  Come è possibile? Per il puro gusto di piegare un’azienda? Al solo fine di fare pressione sui gestori?".

"È con queste premesse che a gennaio 2018 parte (non tutti) degli arredi di proprietà della società presenti all’interno del Caffè Concerto sono stati ceduti all’amministrazione sulla base di una perizia comunale (non sono state ammesse controperizie di parte ) che ne ha sottostimato il valore di almeno la metà . Una vera e propria imposizione di volontà dell’Amministrazione: mi avrebbero fatto chiudere e con la mia attività 50 famiglie non avrebbero più avuto uno stipendio. In cuor mio non me la sono sentita e confidando nella trasparenza del successivo bando condotto nella legittimità dei suoi presupposti, ho acconsentito (pur tutelandomi da un notaio e mettendo già allora tutto per iscritto). Si tratta di rivelazioni importanti ma assolutamente fondate e provabili. Adirò alle vie previste dalla legge per la tutela delle mie ragioni e per fare chiarezza su tutta questa situazione".

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