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Inchiesta Finale Emilia, il M5S chiede controlli su ogni edificio pubblico ricostruito

Non si sono fatte attendere le reazioni dopo la notizia dell'inchiesta sulla scuola “Frassoni”. Giulia Gibertoni (M5S) propone un'operazione mastodontica di controllo a tapeto. E la Cgil chiede scelte diverse su appalti e più tutela dei lavoratori

"Se le indagini dovessero confermare quanto emerso in queste ore, crediamo che la Regione non possa in nessun modo stare alla finestra a guardare. Visto che uno degli edifici pubblici dove il cemento depotenziato potrebbe essere stato utilizzato è una scuola, chiediamo che la giunta si faccia carico fin da subito di avviare una serie di controlli su tutti gli stabili pubblici ricostruiti dopo il terremoto, nell'area del cratere originaria". 

Così il Movimento 5 Stelle in Regione, per iniziativa della consigliera Giulia Gibertoni, incalza la giunta Bonaccini alla luce dell'inchiesta della Procura di Modena, scoppiata oggi, centrata sul presunto cemento depotenziato impiegato per costruire una scuola a Finale Emilia. Solo pochi giorni fa, continua Gibertoni in una nota, "il presidente Bonaccini sosteneva come l'Emilia, per quanto riguarda la gestione del post-sisma, fosse lontana anni luce da quanto fatto a L'Aquila. Ma il balcone crollato a L'Aquila è ancora nella mente di tutti noi, mentre anche nella Bassa modenese si avvia un'inchiesta sul probabile utilizzo di materiali scadenti che getta ombre inquietanti su una parte della ricostruzione pubblica". 

L'interrogativo da porsi allora "è se la Regione sia davvero in possesso di tutti gli strumenti possibili per cercare di prevenire situazioni come quelle che stanno emergendo in queste ore. Non si puo' continuare a delegare alla magistratura il compito di controllare e vigilare". Ma non solo: "Anche sul fronte dei controlli, poi, è necessario un cambio di passo, estendendoli alla totalità dei cantieri e non solo a un limitato campione. Diversamente, vorrebbe dire che il caso Bianchini- conclude Gibertoni- non ha insegnato nulla".

Anche i sindacati a Modena sono preoccupati per quanto emerso nelle ultime ore. "Il fatto che il reato" ipotizzato "riguardi la costruzione di una scuola non fa che aumentare la condanna e lo sdegno per i potenziali rischi a cui sarebbero stati esposti numerosi studenti di quell'istituto", commentano la Cgil e la sigla edile Fillea-Cgil, che aggiungono: "Nell'esprimere piena fiducia nel lavoro della magistratura e nell'auspicio che in tempi brevi vengano accertare le eventuali responsabilità", i sindacati annunciano che si attiveranno "da subito per tutelare in ogni modo possibile i lavoratori delle aziende coinvolte". Anche da Piacenza, territorio di una delle due ditte al centro dell'indagine della Procura di Modena, la Cgil e la Fillea si fanno sentire dicendo di apprendere "con grande stupore" i contenuti dell'inchiesta. E chiedono di "passare dalle parole ai fatti condannando chi, agendo illegalmente, ha scelto la strada della competizione al massimo ribasso, privilegiando il profitto alla sicurezza e al rispetto delle leggi".

(DIRE)

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