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Il senatore Giovanardi guida i dissidenti e il PdL piomba nel caos

Forza Italia o PdL? Partito schizofrenico, dove emerge l'attivismo del veterano modenese, in rotta con Berlusconi. E sul territorio il frazionamento rischia di paralizzare ulteriormente ogni approccio alle elezioni amministrative

Dall'alto delle sue 7 legislature e dei suoi 21 anni consecutivi sui banchi del Parlamento, il senatore modenese Carlo Giovanardi torna a ritagliarsi un ruolo di primo piano nella vicenda politica andata in scena in queste ore. Già nei mesi scorsi Giovanardi si era dichiarato sfavorevole ad una riedizione di Forza Italia, convinto della necessità di continuare tra le fila del Popolo della Libertà. Oggi è proprio il politico modenese a guidare la fronda dei parlamentari fedeli alle larghe intese e in aperto scontro con il Cav: divisione che sembra permanere anche dopo il clamoroso dietrofront di Berlusconi sulla fiducia al Governo Letta.

Se è vero come pare in queste ore – i condizionali sono ormai diventati i tempi verbali univoci della cronaca politica – che anche a livello parlamentare si verificherà una vera e propria scissione tra chi seguirà ciecamente Berlusconi e chi invece opterà per strade di responsabilità, il senatore Giovanardi ha messo bene in chiaro le cose già ieri: “Noi non usciamo dal Pdl, sono loro che hanno fondato Forza Italia, noi vogliano rimanere nel Pdl e nel Ppe”. Con lui ci sarebbero una trentina di senatori e una dozzina di deputati, oltre ovviamente a diverse figure politiche sul territorio

Alle sorti di Carlo Giovanardi è infatti inevitabilmente legata la scena modenese del suo partito, nel quale vi è grande fibrillazione e grande frammentazione. Durante la scorsa notte, quando si ipotizzava una spaccatura forte al Senato, a Modena si è costituito un “Comitato per il Pdl”, con l'obiettivo di preservare l'esperienza del Popolo della Libertà. Un solco significativamente profondo tracciato con l'alleato congressuale di un tempo, l'attuale coordinatore provinciale Enrico Aimi, convinto del passaggio a Forza Italia (per lui, ex An, non si potrebbe parlare di ritorno) e fedelissimo alla persona di Silvio Berlusconi. “In politica, come nella vita, c'è un comandamento che non dovremmo mai dimenticare: quello della riconoscenza – ha dichiarato Aimi – Aggiungo poi che sono molto felice che Berlusconi abbia votato la fiducia al Governo Letta, l'unico possibile in questo momento in cui tutti sono chiamati ad un alto senso di responsabilità. Auspico anch'io ciò che sento dire nel nostro elettorato, vale a dire che non ci siano né strappi né scissioni; la nostra gente ci vuole uniti”.

I dissesti interni a Forza Italia o PdL, come lo si preferisca chiamare, avranno pesanti ricadute anche sul percorso di avvicinamento alle elezioni amministrative del 2014, tema che il partito non ha ancora voluto affrontare. Mentre il progetto delle primarie per una coalizione alternativa alla sinistra vede avvicinarsi le diverse forze di centro e di centrodestra, la compagine di Giovanardi e Aimi necessità oggi più che mai di poter definire la propria identità, ma rischia di annullarsi tra personalismi, tradimenti e atti di fedeltà, su un confine molto labile.

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