Targa per l'eccidio di Piazza Grande, Giovanardi: “Ma i morti fascisti?”

"Concordo con la decisione del sindaco di Modena di ricordare i lavoratori uccisi in Piazza Grande il 7 aprile del 1920 con sobrietà, in un periodo storico nel quale era presidente del Consiglio e ministro degli Interni un esponente radicale e antifascista come Francesco Saverio Nitti". Lo dice il senatore Idea-Popolari Liberali Carlo Giovanardi, tornando sulle polemiche di Sel che a Modena ha rimproverato al sindaco Pd, Gian Carlo Muzzarelli, di non aver indicato nella targa affissa ieri il ruolo decisivo dei Carabinieri dell'epoca nell'eccidio. 

Ma quello del 1920, ricostruisce Giovanardi in una nota, "non fu l'unico eccidio avvenuto nel centro di Modena in quel torbido periodo: il 26 settembre del 1921 vennero falciati in via Emilia Centro dalle guardie regie sette militanti fascisti, tra cui il 17enne Umberto Carpigiani, in un massacro a freddo in cui rimase gravemente ferito anche il senatore Marco Arturo Vicini, mentre presidente del Consiglio era il socialista Ivanoe Bonomi". Fra i due episodi, e precisamente nel dicembre del '20, continua l'ex ministro, "il liberale Giovanni Giolitti, presidente del Consiglio, non esito' a troncare l'occupazione di Fiume da parte dei legionari di D'Annunzio, prendendo a cannonate il palazzo del Governo nel famoso Natale di sangue". 

Conclude allora Giovanardi: "Tutti questi episodi avvennero prima della marcia su Roma e chissà quale orientamento politico le vittime avrebbero assunto in seguito, quanto gli scontri e le passioni di quel tragico periodo si trasformarono in una dittatura. Dopo quasi cent'anni da quegli episodi, sarebbe pertanto giusto ricordare con altrettanta sobrietà anche i morti e le decine di feriti- rimarca il senatore di centrodestra- di quel terribile 26 settembre del '21".

(DIRE)