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Chioschi nel parco, Giovanardi: “Normative non rispettate”

Il senatore del Nuovo Centrodestra in compagnia dell'ambientalista Gaetano Galli denuncia lo "scempio" del parco delle Rimembranze: "Soprintendenza e comune hanno agito violando le normative e senza rispettare i vincoli dell'area". Scintille con gli esercenti

Già nelle scorse settimane il senatore Carlo Giovanardi era intervenuto a mezzo stampa denunciando gli “ecomostri” - questo il termine preciso – che stanno sorgendo lungo viale delle Rimembranze, impegnando anche attraverso un'interpellanza parlamentare il Ministero dei Beni Culturali. Oggi l'esponente del Nuovo Centrodestra ha invece convocato i mezzi di informazione sul luogo, in compagnia dell'ambientalista modenese Gaetano Galli, attivissimo nella battaglia contro i chioschi. Illustrando con tanto di mappe e documenti lo scenario futuro del Parco, lo stesso Giovanardi ha ribadito la propria contrarietà al progetto approvato nel lontano 2003 ed ora passato alla fase esecutiva.

Il vero nodo sollevato dal senatore e da Galli, aldilà delle legittime e soggettive diatribe estetiche, verte tutto sulla normativa vigente in materia di beni tutelati, quale il Parco modenese è, in qualità di giardino storico. In ultima analisi, il discorso ri riduce ad una critica a Soprintendenza e Comune di Modena, che avrebbero agito in violazione delle norme. Secondo Giovanardi insomma, le autorizzazioni concesse per la realizzazione dei chioschi non sarebbero legittime, perchè non valuterebbero l'intervento nella sua vera natura, ossia quella di un'urbanizzazione vera e propria di un'area verde.

“La Soprintendenza doveva rispondere alla domanda se l'intervento fosse o meno compatibile con l'assetto del parco – ha dichiarato Giovanardi – ma il sì risulta francamente incomprensibile. Oggi si passa ad una funzione commerciale che non è compatibile con i vincoli per la tutela dei beni culturali e ambientali. La soprintendenza cosa ci sta a fare allora? Mi aspetto che Modena sia trattata come tutte le altre città italiane, dove uno scempio del genere non sarebbe mai possibile. Qui invece i lavori sono già iniziati”.

Gaetano Galli ha spiegato nel dettaglio il riferimento al decreto legislativo 42 del 2004, in cui viene esplicitamente vietato di distruggere o danneggiare le aree verdi tutelate: secondo Galli l'edificazione dei chioschi secondo l'attuale modello sarebbe però un danneggiamento del verde. “Non si dovevano fare gettate di cemento, ma appoggiare le strutture su piastre metalliche, così come non dovevano costruirsi impianti così invasivi attorno ai chioschi o servizi e reti fognarie di questa natura – spiega l'ambientalista, che poi ritorna al punto focale – l'uso commerciale che si vuol fare del parco, con 950 posti tra ristoranti e bar, non è compatibile con la legge: si tratta di una lottizzazione commerciale mascherata, con una pessima qualità architettonica”.

Un messaggio chiaro, che però non è piaciuto a tutti, in primis ad alcuni commercianti e ai responsabili del progetto esecutivo. I soci del Lido Park, in attesa di riqualificazione, sono intervenuti alla conferenza, provocando qualche scintilla, sfociata poi in una lite verbale: “In 13 anni nessuno ha detto niente – ha vigorosamente protestato l'imprenditore Paolo Borghi – e ora si viene qui a fare propaganda elettorale. É una vergonga, che danneggia la nostra attività economica”. Dopo qualche attimo di tensione il diverbio si è spento, ma siamo sicuri che sia destinato a continuare anche a microfoni spenti.

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