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Referendum legge elettorale, i Giovani di Confindustria: "Noi firmiamo"

Il Presidente dei Giovani Imprenditori Davide Malagoli esprime sfiducia verso l'attuale classe politica: "Non si può solo rincorrere un consenso immediato ma si deve avere il coraggio di prendere decisioni impopolari per l'interesse nazionale"

I referendari della legge elettorale da oggi hanno un nuovo alleato: i Giovani di Confindustria Modena. Davide Malagoli, presidente dei giovani imprenditori ha voluto lanciare un forte segnale esprimendosi a favore della raccolta firme contro il "Porcellum": "I Giovani di Confindustria hanno deciso di sostenere la raccolta delle firme per il referendum abrogativo dell'attuale legge elettorale", ha dichiarato.

SFIDUCIA - "Siamo preoccupati - spiega Malagoli - perché l'Italia è vicina al naufragio: o si riesce ad approntare profonde e strutturali riforme economiche e sociali, oppure a breve si rischia il capolinea. E nemmeno l'Europa potrà salvarci". Ma Malagoli alla preoccupazione aggiunge la sfiducia: "È una parola che noi imprenditori vorremmo non dovere usare, perché il nostro lavoro presuppone sempre l'ottimismo, l'impegno per fare ogni giorno un passo in più e migliore del precedente. Ma non trovo altra definizione per la nostra classe politica. Pensiamo alla manovra: ci sono voluti ben cinque tentativi per soluzioni che cercano di risanare i conti pubblici, ma con sistemi di breve periodo, basate sull’aumento delle entrate invece che sul taglio alla spesa. E, ancora più grave, manca totalmente di provvedimenti per le giovani generazioni. La nostra politica, senza distinzione di partiti, è debole come mai prima. È capace forse di far tornare i conti con provvedimenti estemporanei ma non di dare una soluzione duratura alle questioni di oggi e una visione credibile per il domani".

CAMBIAMENTO - Quello che i Giovani Imprenditori di Confindustria Modena chiedono alla politica è un cambio di direzione: "Non si può solo rincorrere un consenso immediato ma si deve sapere pensare al futuro, avere il coraggio di prendere decisioni anche impopolari, mettendo l'interesse nazionale al di sopra di quelli locali, di parte e di partito, unendo rigore civile e competenze. Non c'è più spazio per il politichese: servono azioni strutturali accompagnate da una riorganizzazione della macchina dello Stato e da tagli ai costi della politica".

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