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Hera perde la maggioranza pubblica, trema l'asse Pd-Sel in Comune

Sindacati e Sel contro i provvedimenti che fanno calare al 48,8% le quote pubbliche della multiutility emiliana. Il Partito Democratico sponsorizza la scelta, ma Sel non ci sta e si prepara a votare contro la delibera

La delibera sul calo del controllo pubblico di Hera agita la maggioranza che a Modena sostiene il sindaco Pd Gian Carlo Muzzarelli. Il tema tiene banco a margine della commissione consiliare stasera sulla delibera di scioglimento della holding Hsst, cassaforte finora delle azioni dell'utility, in vista del suo approdo in Consiglio la settimana prossima e dell'assemblea dei soci della spa il 28 aprile. 

La novità prevede di introdurre un sindacato di blocco che, grazie all’introduzione del voto maggiorato, consentirà di mantenere il controllo pubblico della società anche permettendo ai Comuni di ridurre la loro quota di azioni “bloccate” che potrà scendere complessivamente, e in maniera progressiva nel triennio, fino al 38,5%, corrispondenti a 572 milioni 886 mila e 930 azioni. 

Fuori dal palazzo, prima sotto il municipio e poi nello spazio del Consiglio riservato al pubblico, si è tenuto un presidio dei dipendenti di Hera accompagnati dai sindacati: "Hera deve restare pubblica", è lo slogan che risuona tra le bandiere della Cgil e della Uil. Dentro il palazzo, la riunione di ieri sera del gruppo Pd insieme col sindaco, intanto, sembra per ora aver raggiunto l'obiettivo: nonostante le diverse posizioni che contraddistinguono tra loro anche i dem, in Consiglio tutti dovrebbero votare a favore. Come spesso accade ormai sulle delibere 'delicate', pero', il Pd firmerà anche un ordine del giorno a sostegno, è la sostanza, di un'adeguata politica industriale a favore dei territori al di là dei movimenti azionari.

Non voterà a favore del superamento del 51% Sel, più che mai in queste settimane vicina alle posizioni critiche di sindacati e comitati: "Ci teniamo le mani libere", conferma in queste ore il coordinatore cittadino dei vendoliani, Andrea Bosi. Se dunque il suo consigliere Marco Cugusi si sfilerà al momento del voto, uscendo dall'aula se non votando contro, Muzzarelli non gradisce e agli alleati l'ha detto.

Con Sel ci sono già problemi, e da tempo, sulla bretella Campogalliano-Sassuolo, e cosi' il nuovo strappo non aiuta: se su Hera arriverà il voto contrario non si esclude nulla, nemmeno che l'assessore di riferimento di Bosi e dei suoi, Ingrid Caporioni, rischi il suo posto in giunta. Avvisa il capogruppo Pd Paolo Trande: "Il nostro gruppo, pur con sensibilità diverse, è compatto in vista del voto. Sel? Si sta in maggioranza condividendo le responsabilità, su un passaggio cosi' importante una divaricazione eccessiva- avverte il numero uno Pd- puo' avere ricadute politiche...". Trande detta la linea cosi' sul merito della delibera Hera: "Da un punto di vista tecnico, il controllo pubblico c'è anche sotto il 51%. Poi, certo, resta il tema della governance efficace per i territori, sul quale deve prevalere un certo equilibrio. Non è necessario arrivare poi al 38%: noi ci fermeremo al 48,8%", ovvero ci si fermerà a 11 milioni di azioni alienabili.

"Vogliamo vendere- precisa ancora il capogruppo prima della commissione di stasera- la minor quantità possibile di azioni in relazione agli investimenti di Hera locali pari a 24 milioni di euro circa". Insomma, traduce Trande, "non esiste che vendiamo le azioni Hera per chiudere le buche, a patrimonio deve corrispondere patrimonio". (DIRE)

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