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Indagini per abuso d'ufficio, Lega Nord: "Bonaccini? Moralizzatore che viene moralizzato"

La nota della segreteria provinciale del Carroccio: "Auspichiamo che la magistratura cominci a scoperchiare il pentolone del malaffare in Emilia"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ModenaToday

Un altro moralizzatore rischia di essere ‘moralizzato’. Stefano Bonacini, modenese, segretario regionale del Pd, è sotto indagine per abuso d’ufficio e gli fanno compagnia, sembra, l’assessore Antonino Marino e un paio di dirigenti del Comune di Modena.

Se la Lega Nord fosse fatta della stessa pasta della sinistra, per Bonacini e compagnia sarebbe “pianto e stridor di denti”. Cominceremmo ad accusare, pontificare, condannare e ‘ipocritare’. Ma la nostra morale, per loro fortuna, è molto diversa da quella del Pd e ci impedisce di condannare prima che i fatti siano accertati.

Pur avendo un’opinione ben chiara e non positiva del sistema creato dalla sinistra a Modena, non diremo nulla. Ci limitiamo a rimettere a Bonacini stesso ogni decisione. Nella logica che non si può chiedere agli altri quello che non si è disposti a chiedere a se stessi, ci aspettiamo che assuma quelle decisioni che lui chiederebbe a un esponente del centro destra che si trovasse nella sua situazione, ovvero il classico passo indietro. In alternativa, che aspetti pure gli esiti dell’inchiesta, ma che condanni quei suoi colleghi di partito che a livello nazionale sono diventati dei professionisti delle richieste di dimissioni.

I fatti impongono tuttavia una considerazione di carattere generale. Che il sistema a Modena sia statico, ingessato e clientelare pensiamo non possa essere negato da nessuno. Quando un partito domina un territorio per 65 anni è inevitabile che perda spinta, si adagi e inclini a gestire ogni
cosa con senso di impunità. A Modena un’oligarchia chiusa e affaristica si è appropriata della città e riesce a far rimpiangere i comunisti degli anni Cinquanta e Sessanta che, pur se portatori di un’ideologia aberrante, erano mossi dalla volontà di far qualcosa per la comunità.

Auspichiamo che la magistratura cominci a scoperchiare il pentolone del malaffare in Emilia, quel malaffare che porta la sinistra a valutare azioni e progetti non per il loro contenuto ma in base alla ‘vicinanza politica’ di chi li presenta e gestisce. E che questo porti finalmente a quell’alternanza
di cui il nostro territorio ha un disperato bisogno.

 

Il segretario provinciale
Riad Ghelfi

Il segretario cittadino
Stefano Bellei

Il capogruppo in Consiglio Comunale
Stefano Barberini

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