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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Licenziamento dipendente Obi, il caso finisce in Parlamento

Il deputato Pd Davide Baruffi interroga il Governo sul licenziamento del rappresentante sindacale dal negozio Obi di Cittanova e invita a intervenire per regolare le aperture indiscriminate nei giorni festivi

La burrascosa storia di Corrado Di Stefano è giunta alle orecchie dell'on. Davide Baruffi (Pd), che ha depositato stamani un'interrogazione al Ministro del Lavoro Giovannini sul caso del licenziamento avvenuto lo scorso mese. Di Stefano, delegato sindacale oltre che lavoratore del punto vendita Obi di Modena Nord (Cittanova) è infatti stato licenziato con l’accusa di aver avuto comportamenti non idonei verso i colleghi, in seguito ai duri confronti tra sindacati e dirigenza in merito alle aperture straordinarie dell'esercizio commerciale.

Obi ha optato per un’apertura indiscriminata in tutte le domeniche e le festività, 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno compresi, non aderendo al codice di comportamento promosso dal Comune insieme alle rappresentanze del settore, proprio per tutelare maggiormente i lavoratori e il rispetto delle festività civili e religiose. Ebbene, tra le contestazioni mosse dall’azienda a Di Stefano spiccano proprio le pressioni che il rappresentante sindacale avrebbe esercitato sui colleghi per convincerli a partecipare allo sciopero

Davide Baruffi commenta: “Con questa interrogazione intendo non solo richiamare l’attenzione su un fatto a dir poco sconcertante, ma anche evidenziare come più in generale, nel nuovo regime che disciplina le aperture del commercio, manchi qualsiasi forma di tutela del lavoro, di quello autonomo (i piccoli esercenti sono oggettivamente svantaggiati rispetto alla grande distribuzione) e di quello dipendente che, complice anche la crisi dei consumi e il calo generalizzato nel settore, rischia di vedersi stritolato da una contrazione sistematica dei propri diritti”. 

In questo senso Baruffi torna a chiedere al Governo se non sia giunto il tempo di ripensare la legge, in particolare di introdurre contrappesi adeguati a tutela dei lavoratori. “Nella grande distribuzione – prosegue il parlamentare Pd – una quota importante di lavoratori sono giovani e donne: i primi ricattabili perché spesso precari, le seconde più vulnerabili perché madri di famiglia o comunque oberate anche dal lavoro di cura. La situazione non è affatto in equilibrio e provvedimenti quale quello di Modena (il Codice di comportamento ndr), pur meritori, rischiano di non incidere più di tanto, senza una copertura di legge che li renda vincolanti”.

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