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Politica Caduti in Guerra / Viale Martiri Libertà

Intervista a Patrizia Cuzzani: "Nell'Idv si procede solo per fedeltà"

L'ex consigliere provinciale dipietrista va a ruota libera e si toglie qualche sassolino dalla scarpa: "Nel momento in cui ho aderito all'Idv, avrei pensato di trovare un partito molto diverso"

Sergio Pederzini e Patrizia Cuzzani non siedono più uno accanto all'altra. Il capogruppo Idv in consiglio provinciale e la fu numero due, ora siedono in due posti diametralmente opposti, quasi a volere suggellare ulteriormente la separazione dei percorsi politici avvenuta questa estate con l'uscita dalla formazione dipietrista della Cuzzani.

“Non ho fatto questa scelta perché voglio passare al Pd o ad altri partiti, non sono pentita e non ho assolutamente nessun rimpianto”. Patrizia Cuzzani non lascia trapelare dubbi sul proseguimento del suo percorso politico in questa seconda metà di legislatura: “Davvero, non ho nessun rimpianto, mi dispiace solo perché nel momento in cui ho aderito all'Idv, ho pensato di trovare un partito molto diverso, pensavo di trovare un partito con metodologie di rappresentanza e di svolgimento delle politiche rispondenti direttamente ai cittadini, invece ho trovato molta evanescenza in generale”.

Cosa vuol dire evanescenza? Qual è stata la causa scatenante di questa scelta di abbandonare l'Idv?

“Dopo il grande successo del 2009 con un forte incremento di eletti e di aderenti, mi sarei aspettata l'avvio di un lavoro di selezione qualitativa, cosa che purtroppo non è avvenuta, una selezione sia a livello provinciale che regionale basata su qualità e meriti. Invece, i criteri sono essenzialmente basati su parametri fedeltà e obbedienza. Poi c'era anche l'esigenza fondamentale di creare più sedi, dato che c'è solamente quella modenese in via Prampolini: inutile ricordare come le sedi servano per migliorare il radicamento territoriale del partito, per spiegare ai cittadini quali intenzioni il partito avrebbe avuto a livello locale e nazionale organizzando iniziative pubbliche che, nel mio periodo all'interno dell'Idv, non sono state fatte”.

Quindi è un attacco diretto al coordinatore provinciale Alessandro Borghetti e al numero uno regionale On. Silvana Mura?

“Non faccio nomi, dico che le mie aspettative caricate su questo partito sono state disattese, mi sarei aspettata una valorizzazione del merito. Ripeto, non ne farei una questione personale, è vero che un partito è fatto di persone, non c'entra il cambiamento dalla vecchia alla nuova dirigenza provinciale: io ho ancora fiducia nel fare politica dal basso ed io sono uscita dall'Idv perché questo partito non la faceva”.

Facendo un passo indietro, lei si è sempre detta orgogliosamente di sinistra: allora, perché non si è candidata con Sel?

“Mi riconoscevo nelle idee dell'Idv e di questo schieramento, ho visto l'Idv sempre contrario alla negatività di questo governo e questo mi ha molto attirato, mentre vedevo Sel più evanescente nelle sue idee, ma non ho fatto paragoni. Come tanti che scelgono l'Idv, ho ceduto al carisma del leader Antonio di Pietro ea quello di a altre persone come Sonia Alfano, Luigi de Magistris e, a suo tempo, Elio Veltri”.

Quali saranno le prime mosse del Gruppo Misto in consiglio provinciale?

Ho presentato due interpellanze per fare luce sull'ospedale di Castelfranco e la valorizzazione dell'offerta turistica durante il Festival della Filosofia. Sento molto la questione del Regina Margherita, venendo io stessa da Castelfranco: ho fatto un'interrogazione perché gli amministratori provinciali vengano chiamati in comune a relazionare sull'ospedale. Poi ho chiesto per quale motivo non siano state organizzate in concomitanza con il Festival della Filosofia iniziative per la valorizzazione dei prodotti tipici locali. Le mie battaglie sono queste: la cultura, la tutela del territorio e la difesa dei più deboli”.

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