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Politica Largo Marco Biagi

"Coltivare una coscienza per arginare i populisti", Romano Prodi a Modena per una lectio magistralis

L'ex predidente del Consiglio e della Commissione Ue è intervenuto alla Fondazione Biagi per le celebrazioni della facoltà di Economia Unimore, citando la necessità di una maggiore coesione europea

"È vero che in Europa stanno crescendo i partiti populisti, ma dobbiamo coltivare una coscienza dentro di noi. Guardate, ci troviamo nella stessa identica condizione degli Stati italiani nel Rinascimento: eravamo i migliori del mondo, da Venezia a Milano passando per Genova, e comandavamo in tutto. C'è stata la prima globalizzazione, la scoperta dell'America, ma noi non ci siamo messi assieme e siamo scomparsi dalla carta geografica per quattro secoli. Ora abbiamo un'occasione per rimediare". 

È il messaggio che diffonde oggi Romano Prodi a Modena, intervenendo alla cerimonia del 50esimo anniversario del dipartimento di Economia "Marco Biagi" di Unimore. A fianco e in presenza di tutte le istituzioni e autorità locali, Prodi per poco meno di un'ora parla dal palco illustrando la sua lectio magistralis intitolata "Europa ed Italia nella tenaglia globale": è centrata sulle prospettive dell'economia italiana, ma soprattutto europea, in un quadro internazionale "caratterizzato da crescente instabilità", dove i bracci della tenaglia restano Usa e Cina. 

Così, dopo la metafora rinascimentale ("Gli storici dicono che il massimo della ricchezza allora era costituito dalla Toscana e dalla Cina, che era più lontana") si torna a un presente segnato da crescenti tensioni populiste, non da oggi e non solo in Europa, contro le quali, secondo l'ex premier e ex presidente della Commissione Ue, ci si può e ci si deve attrezzare. 

Tornando proprio ai tempi della presidenza della Commissione europea, Prodi ricorda il caso di Galileo, il Gps europeo sfumato: "La Gran Bretagna dice 'costa troppo', io risposi pagano russi e cinesi e noi mettiamo la tecnologia. Arriva quindi la Germania, che comincia a segnalare che 'per motivi politici non si può'. Risultato: Galileo non si è ancora fatto", ricorda amaro il professore. Le tensioni di quei giorni, del resto, appaiono ancora dure da digerire: con Galileo, ricorda Prodi con vivo rammarico dal palco Unimore, ci sarebbe stata un'Europa autosufficiente sui segnali di navigazione satellitari, rimasti invece una prerogativa Usa, e questo avrebbe assicurato un maggior sviluppo in tutti i territori dell'Unione. 

Ecco allora che in un contesto come quello di questi mesi, più che mai delicato, segnato da un lato dai populismi e, dall'altro, dalla tenaglia Usa-Cina, Prodi insiste e avvisa incassando diversi minuti di applausi: "Attenzione, perchè tutte le occasioni che perdiamo sono politiche. Dobbiamo capire questo per risolvere i problemi, per rimediare".

A margine della conferenza Romano Prodi è stato attorniato da tante strette di mano, qualche selfie e richiesta di 'autografi' da parte di sostenitori e vecchi colleghi di partito. "Tanti a volte mi fermano anche per insultarmi, tantissimi...", si schermisce Prodi, alludendo alle solite critiche sull'euro, a chi gli fa notare il suo 'successo' oggi. A un certo punto, si consuma un simpatico siparietto. Arriva un giovane fan che gli chiede un autografo: "Posso avere una firma, è stato veramente molto bravo oggi. E mi dispiace- si lancia il simpatizzante- che lei sia uscito dalla politica". Prodi, col sorriso, sereno, gli risponde: "Non sono uscito, mi hanno fatto fuori. Il vocabolo 'rottamato'...". Subito arriva il conforto del fan: "Concordo pienamente. Ma- non molla il simpatizzante prima di ricevere un saluto finale e cordiale dal professore- il nostro partito avrà di nuovo bisogno di lei, abbiamo il congresso a breve".

(DIRE)

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