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Alluvione, Lega già all'attacco: "Si sarebbe potuto e dovuto evitare questo ulteriore scempio" 

Gli esponenti leghisti accusano le istituzioni locali di non aver fatto abbastanza per la messa in sicurezza del nodo idraulico modenese

"Questo è il momento della massima operatività, per far fronte a esondazioni, famiglie sfollate e cedimenti di ponti - afferma il referente provinciale Davide Romani - Un minuto dopo la chiusura di questa ennesima emergenza, che irrompe nell'emergenza sanitaria, pretenderemo di sapere nel dettaglio perché ci troviamo ancora a dover fronteggiare la distruzione legata alla fragilità idrogeologica della nostra terra. Dove le risorse? Quali le strategie? Perché i ritardi? E perché cedono arginature appena rifatte? Vogliamo risposte e le pretendiamo per la nostra gente, che, già piegata dalla pandemia, ora deve dubire anche i danni alle proprie case e alle proprie attività".

Dalla zona maggiormente colpita di Castelfranco e Nonantola parla Cristina Girotti Zirotti, referente per Castelfranco: nell'area la situazione è critica. "Siamo vicini alle famiglie colpite dal disastro che si è abbattuto sul nostro territorio e sulla frazione di Gaggio con maggiore violenza - riferisce -. Ora è il momento di soccorsi, rinforzi, aiuti trasversali, ma dovremo avere anche presto contezza sulle cause, responsabilità, sulle allerte date alle persone per tempo". 

Luca Bagnoli, referente per Modena aggiunge: "Modena paga lo scotto di ritardi su lavori da eseguire e preventivati nell'estate scorsa. Pensiamo al ponte sul torrente Tiepido in via Curtatona: ora la zona è completamente allagata. Coinvolte decine e decine di aziende tra cui, beffa nella beffa, i ristoranti di Modena situati sulla Via Emilia Est in zona Fossalta, che avrebbero dovuto proprio oggi con il passaggio da zona arancione a zona gialla: sono sommersi d'acqua. Danno su danno".

Panaro, sott'acqua le campagne di Nonantola e Castelfranco. Evacuate 60 famiglie 

"Tante, troppe volte abbiamo discusso di fiumi e argini - afferma Alex Pedrazzi, referente del gruppo giovani -. Chiediamo al comune, alla Provincia e alla Regione, a chi di dovere, insomma, quanta manutenzione è stata fatta. La risposta è evidente, dal momento che ogni anno ci troviamo ad affrontare la stessa situazione".

Risposta che emerge già nelle considerazioni di Simona Magnani, referente per la Montagna. "Una provincia solcata da due fiumi che in 6 anni hanno visto la rottura degli argini. Nel 2014 il capro espiatorio furono le nutrie e gli animali fossori, ora è il momento che la dirigenza politica di questa regione si prenda le proprie responsabilità per non aver saputo fare quella prevenzione e manutenzione periodica e strordinaria che serviva".

Le azioni da condurre sono evidenti, ma è indispensabile attuarle. "Bisogna cominciare a considerare il fatto che non è più possibile solamente alzare gli argini e mettere toppe - sostiene Matteo Bergamini, referente per Formigine, Fiorano e Maranello -. La manutenzione dei fiumi deve avvenire periodicamente e soprattutto i fiumi vanno dragati, affinché il letto supporti le grosse quantità d'acqua nei giorni di piena. Non si può continuare ad avere ogni pochi anni la stessa emergenza. Più risorse e più azioni di manutenzione sui nostri fiumi sono necessarie e vitali". 

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