rotate-mobile
Politica

Tra autonomia e referendum sulla scissione, in Regione spunta anche la bandiera catalana

Nell'aula dell'Assemblea legislativa si discute del progetto di autonomia e la Lega Nord interrompe i lavori esponendo le bandiere dell'Emilia e della Romagna, per sostenere la raccolta firme del referendum che è aprtita in questi giorni. Bonaccini replica: "Confrontiamo alle elezioni del 2020"

La Lega Nord in Regione rilancia il referendum sull'autonomia della regione e sulla separazione tra Emilia e Romagna. "Raccoglieremo le 80.000 firme in tre mesi previste dallo statuto della Regione", assicura il capogruppo del Carroccio, Alan Fabbri, oggi a margine dell'Assemblea legislativa, che a metà mattina è stata interrotta proprio dalla protesta dei leghisti, che in aula hanno esposto le bandiere dell'Emilia, della Romagna e della Catalogna. 

"Siamo stati zittiti- lamenta Fabbri- ma la nostra era una manifestazione di dissenso, fatta per sottolineare la poca trasparenza della Giunta e il mancato dialogo con le forze politiche" sul documento di indirizzo con cui il governatore Stefano Bonaccini andrà a trattare col Governo la richiesta di maggiore autonomia dell'Emilia-Romagna. "Non ci è stata data la possibilità di presentare le nostre proposte a nessun tavolo- lamenta Fabbri- poteva essere una svolta politica opportuna, invece le buone intenzioni sono state vanificate con questo documento". Bonaccini, afferma il leghista, "ha abusato della parola autonomia, ma non è la stessa autonomia che chiedono Lombardia e Veneto. Oggi diamo al presidente un mandato al ribasso, per trattare su materie su cui la Regione ha già competenza. Manca però la richiesta principale, quella sulle risorse: senza, parliamo di nulla. è una proposta un pò banale". 

Guarda il video dall'Assemblea Legislativa

Da par suo, il presidente Stefano Bonaccini rinvia la questione alle regionali del 2019. "Si vota tra due anni in questa regione", ricorda. I leghisti "mettano al primo punto del programma che se vinceranno le elezioni per governare l'Emilia-Romagna il primo atto sarà separarla in due Regioni differenti. E poi ci sfidiamo in campagna elettorale cosi' tutti i cittadini si esprimeranno non in un referendum consultivo ma nel voto vero e proprio", dice il presidente della Regione. Bonaccini parla mentre l'aula dell'Assemblea legislativa sta discutendo la sua proposta di autonomia alternativa rispetto ai referendum che si terranno il 22 ottobre in Veneto e Lombardia. "La bandiera catalana in aula? Significa richiesta di indipendenza, questo lo dovranno spiegare loro", si riferisce ancora agli esponenti del Carroccio che ce l'anno portata. "Penso che in questo dibattito sarebbe utile tenere fuori elementi che c'entrano poco. Qui stiamo chiedendo più autonomia, il dibattito in Spagna è ben oltre. Dovranno essere loro a spiegare come possano abbinare a questa discussione la separazione in due di una regione cosi' forte insieme".

Bonaccini invita ad "uscire da una disputa ideologica" sulla questione dell'autonomia, sottolineando anche come anche un governatore di centrodestra, "il mio amico Giovanni Toti" della Liguria, si sia ben guardato dall'imboccare la strada della consultazione popolare. Per la via istituzionale scelta dall'Emilia-Romagna, "non è che aspettassi un plauso dai leghisti, ma un voto in linea con la prospettiva che loro stessi dicono di condividere in arrivo. Non è che il giorno dopo il referendum Lombardia e Veneto non dovranno chiedere un incontro al Governo".

(fonte DIRE)

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Tra autonomia e referendum sulla scissione, in Regione spunta anche la bandiera catalana

ModenaToday è in caricamento