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Consumo di suolo, Legambiente attacca la legge “farsa” della Regione

Duro il commento degli ambientalisti sulla bozza della legge proposta da Errani: "Misure ridicole. Dopo anni di attesa la Giunta vara un proposta inutile che ignora le richieste della società e i cambiamenti normativi in atto. La speculazione edilizia ringrazia"

Le politiche sul consumo di suolo, sull'urbanistica e sull'edilizia sono da tempo – e comprensibilmente – al centro del futuro normativo e quotidiano dei territori emiliani. C'era molta attesa, un'attesa durata anni, per il disegno di legge regionale sulla riduzione del consumo di suolo, che è stato approvato infine dalla Giunta Errani il 17 febbraio scorso, ma che si è tuttavia rilevato un documento debole e tutt'altro che rivoluzionario. O quantomeno un documento che ha deluso in pieno le aspettative dei più radicali e di Legambiente, associazione che da tempo si batte contro la veloce ed inesorabile urbanizzazione e conurbazione della pianura emiliana.

“Il testo della legge – spiega infatti Legambiente Emilia-Romagna – mostra una serie di buone intenzioni, che però non sono accompagnate da alcuno strumento vero e cogente per porre un freno al sacco del territorio di questa regione. Una proposta che testimonia, nemmeno tanto velatamente, la volontà di non cambiare nulla nel corso di questo mandato facendo un regalo alla parte meno innovativa del mondo produttivo regionale, che vive sulla speculazione edilizia”.

L'associazione ambientalista sottolinea come in effetti del documento approvato in via Aldo Moro non si metta alcun limite numerico al consumo di suolo, nè si individuano strumenti per rendere più costoso l’utilizzo del suolo vergine, e togliere quindi spinta alla speculazione derivante dal cambio di destinazione d’uso dei terreni. “Non si pone l’obiettivo temporale di arrivare al consumo di suolo netto zero, in tempi ragionevoli, mentre altre città lo stanno già applicando oggi -aggiunge l'associazione – e non si propone la compensazione ambientale preventiva, che a fronte di nuova edificazioni decementifichi aree già compromesse”.

“E' evidente – dichiara Lorenzo Frattini, presidente di Legambiente Emilia-Romagna - che con questa proposta Errani elude l'impegno preso con gli elettori e scava un altro po’ il fossato che separa la politica dalle aspettative della gente. Se il Presidente non ha ormai problemi di riconferme, con che faccia il suo schieramento si presenterà alle prossime elezioni? Ci auguriamo che a fare meglio sia il Consiglio, intervenendo profondamente sul testo per portarlo nella giusta direzione e approvandolo entro fine mandato”.

L'articolo 1 al comma 3 prevede che  il “consumo di suolo è consentito esclusivamente per la realizzazione di opere pubbliche e di pubblica utilità e nei casi in cui venga dimostrata l'impossibilità, totale o parziale, del riuso delle aree già urbanizzate e della rigenerazione delle stesse, e in ogni caso dovranno essere assicurati il minor impatto e consumo di suolo possibile”. Questa dicitura non è altro che la riformulazione negli stessi termini di quanto contenuto nella legge 20/2000 attualmente in vigore, laddove si legge “...prevedere il consumo di nuovo territorio solo quando non sussistano alternative derivanti dalla sostituzione dei tessuti insediativi esistenti ovvero dalla loro riorganizzazione e riqualificazione”. Pare chiaro insomma che anche in questo caso tutto cambi affinchè nulla cambi.

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