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Urbanistica, pronta la legge sul consumo di suolo a saldo...quasi zero

La Regione rallenta l'espansione delle città e punta sulla rigenerazione urbana e sull'adeguamento sismico con regole più semplici, legalità e trasparenza. Donini: "Svolta culturale sul modello di sviluppo, ora apriamo il confronto"

E' approdata oggi in commissione Territorio e ambiente dall’assessore alla Programmazione territoriale, presentata dall'assessore Raffaele Donini, la nuova legge regionale sul tema dell'urbanistica, in attesa di un mese di confronto sul testo con i territori, amministratori locali, associazioni di categoria e ambientaliste e professionisti. Il testo, atteso da tempo, si occupa principalmente di porre un freno all'espansione urbanistica, ma parla anche di rigenerazione urbana, di riqualificazione degli edifici, di adeguamento sismico e di pianificazione.

La proposta di legge punta a ridurre fortemente le previsioni di nuove costruzioni al di fuori dei territori già urbanizzati, fissando al contempo nuove regole più semplici e veloci per la pianificazione dei Comuni e per favorire la qualità dei progetti, la legalità e la trasparenza. Basti pensare che in base agli attuali piani comunali, in Emilia-Romagna sono previsti 250 chilometri quadrati di espansione urbanistica: l’equivalente di quasi due nuove città di Bologna. La nuova legge stima, fissando una quota massima del 3% di espansione per ogni Comune, di abbassare questa soglia a 70 chilometri quadrati.

Saldo zero? Non proprio. Il consumo di suolo entro il 3% sarà consentito esclusivamente per nuovi insediamenti produttivi, per edilizia residenziale sociale e per nuove abitazioni, solo se collegate a progetti di rigenerazione urbana. Una deroga alla cementificazione sarà però rappresentata dagli insediamenti produttivi strategici, gli interventi di ampliamento produttivi e le opere pubbliche o di interesse pubblico.

L’aspetto centrale del progetto di legge va ricercato anche e soprattutto nei forti incentivi alla rigenerazione urbana e interventi di adeguamento sismico ed efficientamento energetico. Nel testo, infatti, sono previsti per progetti di rigenerazione urbana contributi regionali diretti - i primi saranno 30 milioni di euro inseriti nell’accordo in via di approvazione fra Regione e Governo per l’utilizzo dei fondi FSC -, l’esonero dal contributo straordinario, la riduzione di almeno il 20% del contributo di costruzione, incentivi volumetrici legati alla qualità del progetto, oltre a procedure più veloci e snelle.

In particolare per interventi di adeguamento sismico, tema oggi più che mai attuale, oltre agli incentivi per la rigenerazione urbana è prevista una norma specifica sull’interesse pubblico per avviare tali interventi, che comporterà la possibilità del 50% dei proprietari di un edificio di imporre la realizzazione sulla restante quota di proprietari, qualora essi si oppongano.

Il progetto di legge compie poi un considerevole taglio agli strumenti urbanistici di Regione, Città Metropolitana, Aree vaste e Comuni. Nello specifico, la Regione si doterà di un nuovo Piano territoriale regionale, che conterrà al suo interno anche gli attuali piani paesistici e la parte infrastrutturale del PRIT, la Città Metropolitana e le Aree vaste si doteranno di un Piano strategico Territoriale Metropolitano o d’Area Vasta, mentre i Comuni, che avranno tre anni di tempo dall’approvazione delle nuove norme per avviarne i procedimenti di approvazione, di un PUG-Piano Urbanistico Generale (un unico strumento che andrà a sostituire gli attuali PSC e RUE) per stabilire la programmazione e pianificazione di tutto il loro territorio. I Pug saranno quindi attuati attraverso “Accordi operativi” (che sostituiranno POC e PUA) che definiranno gli interventi da realizzare.

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