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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Libera contro Prima Pagina, Leonelli ribatte: "Noi parte lesa"

L'ex direttore del quotidiano replica all'associazione antimafia, che ha depositato nei giorni scorsi due querele: "Fummo accusati di essere filomafiosi, da parte nostra nessuna macchina del fango"

"Mi auguro ovviamente che siano individuati al più presto i responsabili della recente incursione negli uffici degli avvocati Rando e Bertacchini e che la polizia faccia piena luce su questo episodio. Associare però il furto con una presunta ‘campagna diffamatoria’, come ha fatto Libera in una nota e come sostengono alcuni esponenti Pd, effettuata dal quotidiano modenese Prima Pagina questa estate è davvero assurdo. Da Prima Pagina - che ha cessato le pubblicazioni un mese fa - non vi è mai stato alcun ‘linciaggio mediatico’, nè alcuna ‘diffamazione’, nè macchine del fango azionate contro Libera".

Usa parole molto chiare Giuseppe Leonelli, ex direttore del quotidiano Prima Pagina, all'indomani delle notizie diffuse dalla Procura sull'azione legale intrapresa da Libera nei suoi confronti. Leonelli ha ammesso di aver appreso delle querele solo oggi, attraverso i media locali, senza aver ricevuto alcun avviso nè da Libera nè dalla Procura.

Il giornalista difende poi quanto scritto la scorsa estate, quando il quotidiano mise nero su bianco le consulenze e gli incarichi di Enza Rando con gli enti locali a guida Pd, domandandosi se fosse opportuna o meno la commistione fra queste remunerazioni e il ruolo all'interno dell'associazione antimafia. Leonelli ribadisce quindi come Prima Pagina portò avanti un’inchiesta "senza insinuazioni, con dati oggettivi, pubblici, e sui quali continuo a ritenere quali sarebbe stato opportuno da parte dell’avvocato Rando e della stessa Libera fornire le dovute risposte. Nel rispetto delle persone e dei ruoli credo fermamente non possa esistere il reato di lesa maestà. Anzi, credo dovere dei media sia quello di fare inchieste e sollevare questioni".

In merito poi al furto - o atto intimidatorio secondo alcuni - subito dallo studio legale Rando-Bertacchini lo scorso venerdì, l'ex direttore precisa: "Collegare i fatti precedenti al recente furto – per il quale ripeto mi auguro vengano trovati al più presto i responsabili – è davvero, a mio modesto giudizio, senza significato. I due fatti vanno distinti, l'atto criminale di venerdì, che va ovviamente censurato e i cui contorni vanno chiariti, non può essere ricondotto a nessuna presunta 'campagna diffamatoria'. Mescolare le vicende credo sia grave ancor più se chi lo fa si fregia di testate come 'Libera informazione'. Evidentemente per alcuni il diritto di cronaca e di opinione non deve interessare 

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