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Urbanistica, ok alle linee di indirizzo del Psc dal consiglio comunale

Il Pd fa quadrato e contiene i malpancisti che si riducono ai soli Rossi e Rimini, rientrata nei ranghi "l'eterna dissidente Morini". Dori offende chi critica il piano, la presidente Liotti si esibisce in un emendamento totalmente inutile, mentre il sindaco Pighi può tirare un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo

Tanto rumore per nulla. Basta questo vecchio e ormai abusato adagio per descrivere quanto accaduto oggi pomeriggio in consiglio comunale a Modena durante l'approvazione delle linee di indirizzo del psc che passa con l'approvazione monocolore del gruppo Pd, il voto contrario delle opposizioni più Sel, l'astensione di Pellacani (Udc) e dei "bastiani contrari" democratici Rossi e Rimini, abbandonati al loro destino dall'eterna dissidente Giulia Morini che poi, come sempre, tuona ma non fa mai mancare il suo sostegno al partitone. Il consigliere, infatti, è riuscito a fare passare un emendamento sulle aree F per le quali si prevede “una completa revisione delle previsioni” tenendo conto dell’esito dei processi partecipativi che verranno organizzati nei prossimi mesi.

IN CONSIGLIO - Un pomeriggio in cui la maggioranza Pd, come una litania, non ha fatto altro che ripetere come queste linee di indirizzo non siano "le tavole di Mosè" (cit. Paolo Trande), come questo documento non sia un punto di arrivo, ma un punto di partenza per il psc che sarà, che mantiene Modena come città media votata alla manifattura, un pomeriggio ricordato per alcuni momenti assolutamente da "mani nei capelli". Un passaggio significativo? Il democratico Maurizio Dori, preso dalla vis oratoria, ha difeso il buon nome della ditta apostrofando come "intellettuali di terza tacca" gli oppositori al piano portato avanti dal Comune (riferimento a Modena Attiva?). La palma di "emendamento più inutile del secolo", invece, è andata alla presidente del consiglio comunale Caterina Liotti: nel sottotitolo del documento, il passaggio "Lavoriamo insieme per migliorare questa città" è stato modificato in "Lavoriamo insieme, donne e uomini, per migliorare questa città". Un emendamento, insomma, che cambierà radicalmente le sorti di chi vive sotto la Ghirlandina.

IL SINDACO - In definitiva, il Sindaco Giorgio Pighi può tirare un sospiro di sollievo: “È un voto che sancisce l’avvio di un percorso, certo non facile, per dare a Modena un nuovo strumento urbanistico in grado di offrire risposte alle esigenze della città - ha affermato il primo cittadino - Nei cinque mesi di consultazione in città si è aperta una discussione vera e seria che ora potrà essere ulteriormente sviluppata nel percorso di partecipazione che accompagna la definizione del Psc. Anche grazie agli emendamenti approvati, le linee di indirizzo offrono una visione della città del futuro come luogo di qualità, una città meno costosa, anche in termini ambientali, più efficiente, più bella e più attraente".

IL SONDAGGIO - Praticamente ignorato dall'assemblea, invece, è stato il sondaggio eseguito dall'ufficio ricerche del Comune di Modena per avere maggiori indicazioni dai modenesi in merito al Psc: dal campione rappresentativo di 1423 persone interpellate, emerge nelle intenzioni e nelle aspirazioni future per i prossimi 20 anni una Modena "città media", ancorata alla soglia massima dei 200mila abitanti, senza nuovi grandi centri commerciali, piazza Roma pedonalizzata con verde e acqua, una città attiva più che altro negli affitti, con agevolazioni fiscali per chi affitta, votata al risparmio energetico e del territorio. Ciò che dovrebbe preoccupare, in ogni caso, sono le percentuali del campione rappresentativo: sul totale della popolazione maggiorenne residente in città, il 31,7% è formato da over 65. Risibili le fasce 18-24 (7%) e 25-34 (10,6%). In definitiva, Modena si avvia sempre più a diventare una casa di riposo a cielo aperto, ma finora non ci sono state risposte concrete volte a risolvere questo problema.

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