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Assenze e proteste, le opposizioni contestano le elezioni provinciali 

Movimento 5 Stelle e partiti della sinistra boicottano la consultazione, criticando la riforma che toglie il voto ai cittadini a favore di un'elezione indiretta. Centrodestra in ordine sparso e con poca convinzione, schiacciato dai "civici"

Alla consultazione "di secondo livello" per l'elezione del Consiglio Provinciale (qui i risultati) ha partecipato soltanto il 70% dei sindaci e consiglieri dei comuni modenesi. Non si è trattato di un'astensione paragonabile a quella di una normale elezione popolare, bensì della scelta ponderata di alcune forze politiche locali, che hanno deciso di non prendere parte al voto come segno di protesta contro la riforma stessa delle Province e del nuovo metodo elettivo.

E' nota da tempo la posizione del Movimento 5 Stelle: "Una riforma, quella delle province, che non ci è mai piaciuta, poichè nata monca, priva di coraggio e carente di democrazia, dato che ha “derubato” ai cittadini la possibilità di scegliere i propri consiglieri provinciali. A scegliere il nuovo consiglio provinciale saranno infatti sindaci e consiglieri di tutti i comuni della provincia, chiamati a votare fra loro stessi: casta che elegge casta. L'opposto della nostra idea di democrazia". "Mentre la casta continua ad auto-eleggersi, il MoVimento 5 Stelle, come sempre, sarà ai banchetti nei vari comuni  in tutta la provincia per ascoltare e dare risposte ai cittadini", hanno spiegato i pentastellati motivando anche il fatto di non aver presentato una propria lista alle consultazioni, nonostante il crescente peso conquistato sul territorio provinciale in questi anni. 

Stessa scelta per il variegata galassia che si colloca alla sinistra del Pd. Anche i consiglieri comunali dei partiti della sinistra modenese e delle liste civiche afferenti a quell’area politica non hanno preso parte al voto. E' stato così per Futuro a Sinistra, Partito Comunista Italiano, Possibile, Rifondazione Comunista , Sel-Sinistra Italiana, Lista Per me Modena e Liste civiche afferenti alla sinistra Modenese.

Questo il loro commento: "Le 'nuove' Province le abbiamo viste all’opera e non ci sono piaciute. In questi primi due anni di funzionamento l’attuazione concreta della riforma si è rivelata un gigantesco trasferimento di denaro dai territori allo stato centrale (solo nel 2016 dei 54 milioni di entrate fiscali ben 50 vengono trasferiti allo Stato) lasciando i presidenti di Provincia senza le risorse per gestire le competenze che le sono rimaste (viabilità e trasporti, pianificazione territoriale, edilizia scolastica). È il classico sistema con cui il governo annuncia roboanti tagli di tasse lasciando senza denaro i territori. La riforma delle Province è uno dei più grandi inganni del governo Renzi e non partecipare al voto è anche un segno di rispetto di quei milioni di elettori che il 4 dicembre hanno bocciato una revisione costituzionale che cancellava l’ente provincia dalla Costituzione mantenendola in realtà in funzione".

Discorso diverso e più complesso per il centrodestra, che ha presentato una propria lista composta da rappresentanti di Forza Italia, ma senza un coinvolgimento globale di tutte i partiti e trovandosi a fare i conti con il movimento dei "civici". La geografia del voto è stata quindi frammentaria e poco incisiva, come dimostrano i soli 32 voti raccolti, a fronte dei 141 dei "civici". Gli eletti del centrodestra si sono quindi mossi in ordine sparso, con molteplici malumori. Lo conferma il consigliere Spica (Civica La Bastìa): "Recatomi al seggio non ho espresso alcun voto tenendo bene a mente l'articolo 1 della nostra Costituzione che il Pd si ostina a voler calpestare. In queste ultime settimane sono stato tirato dalla giacchetta da più parti. Non avrei votato per il centro destra liberale che più che il rinnovo del Consiglio Provinciale l'ha interpretata come gioco forza come se fosse un congresso in seno a quel partito e non mi riconosco in quella "corrente" in cui non vedo punti di riferimento. Avrei preferito Unione Modena Civica in cui aldilà di sigle di partito, riconosco persone che si battono nel quotidiano per il bene del territorio. Alla fine è prevalso in me il 'non voto'".

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