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La polemica scorre lungo gli argini, M5S: “Strage di alberi, verificare appalti”

Interrogazione di Giulia Gibertoni (M5S) sulle operazioni di taglio che hanno riguardato le sponde di alcuni corsi d'acqua in provincia di Modena: "Lavori effettuati senza tener conto delle ricadute ambientali e paesaggistiche". Dubbi anche sulle procedure d'appalto

“Migliaia di alberi tagliati e completamente rasi al suolo, centinaia di km di verde scomparsi nel giro di pochi mesi, il tutto senza che venisse aperta una procedura di impatto ambientale. Inoltre non sono chiare le procedure utilizzate per scegliere le ditte che dovevano effettuare i lavori”. Questa la polemica sollevata dal Movimento 5 Stelle a Modena e in sede di Assemblea Regionale, dopo i massicci interventi di pulizia degli argini di fiumi e canali, seguiti alla tragica alluvione del gennaio 2014.

Ma in quello che è stato uno degli interventi pubblici più rilevanti e da più parti invocato, il M5S scorge alcune ombre e chiede chiarezza su alcune operazioni di taglio che hanno riguardato negli ultimi 20 mesi la zona Pedemontana del Modenese, tra i comuni di Formigine, Sassuolo, Fiorano, Castelvetro e Castelnuovo Rangone. Si tratta di un’area estesa linearmente per oltre 150 km dove, dal 2014 in poi, è stata portata a termine una vasta operazione di taglio selettivo di piante per garantire la sicurezza idraulica di alcuni fiumi e corsi d’acqua come il Tiepido, il Fossa, il Grizzaga, il Taglio, il Guerro, il Nizzola e il Cerca. 

Lavori che, secondo quanto riportato nell’interrogazione del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, nasconderebbero più di un’anomalia. “Grazie ai nostri accessi agli atti abbiamo scoperto alcune stranezze che riguardano i lavori di taglio di migliaia di alberi – spiega Giulia Gibertoni – In primo luogo non sarebbe stata fatta alcuna vera opera di selezione, tra specie arboree e di salvaguardia delle varietà più pregiate prima e durante le operazioni di taglio, nonché di scelta tra esemplari in base al miglior stato vegetativo. Particolare che pone più di un interrogativo sul rispetto delle norme di salvaguardia del paesaggio garantite dalla Regione e dalle aziende che hanno effettuato i lavori su concessione. Certo si deve eliminare o ridurre il rischio di esondazioni, ma non si può fare terra bruciata attorno ai fiumi senza nemmeno accertare che la presenza di vegetazioni di sponda a livello di alveo rappresentassero realmente un pericolo concreto”. 

Ma non c’è solo la questione ambientale ad allarmare il M5S: anche il sistema con il quale sono state scelte le aziende che hanno effettuano questi lavori appare piuttosto oscuro e sembra privilegiare sempre e solo una ditta, la toscana Wood Energy. “Anche se a più riprese abbiamo chiesto alla Regione quale siano le procedure e i criteri seguiti per l’affidamento di questi lavori, non abbiamo avuto risposte chiare e non sembra che siano state svolte gare pubbliche – continua Giulia Gibertoni – La Wood Energy ha portato a termine la quasi totalità degli interventi commissionati dalla Regione senza sborsare nemmeno un euro, attraverso un accordo di compensazione che le ha anche garantito guadagni dall’utilizzo di tutto il materiale tagliato. Singolare che per la stessa tipologia di lavori nei mesi successi all’alluvione del gennaio del 2014 Aipo riesca da ottenere più di 70mila euro per due diversi interventi lungo il Secchia e il Panaro che poi finiranno proprio nelle casse della Regione”.

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