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Pd, la Maletti rientra nei ranghi ma chiede dimissioni dei segretari

Svanisce con l'assemblea cittadina di ieri sera l'ipotesi di una lista civica dei delusi dalle primarie capeggiata da Francesca Maletti, che si mette a disposizione di Muzzarelli, seppur con toni molto critici

Allarme rientrato nel centrosinistra modenese: niente lista civica. Tra Muzzarelli e Maletti si cercherà un accordo interno al Pd. Si sono concluse con una pace fatta a denti stretti, ieri sera all'assemblea cittadina, le due settimane più difficili degli ultimi anni per il Pd modenese, due settimane di polemiche incentrate sul problema del voto al seggio degli stranieri che hanno portato il partito sull'orlo di una spaccatura netta. L'accettazione di quanto stabilito dal Collegio dei Garanti sembra ormai un dato acquisito, nonostante sia stato comunque inoltrato il ricorso anche ai Garanti regionali.

Francesca Maletti, che dal giorno della consultazione aveva dichiarato guerra al candidato sindaco Giancarlo Muzzarelli, eletto con 700 voti di scarto, presentando ricorso sul voto, a suo avviso pilotato, del seggio dedicato agli stranieri, sia pure senza nascondere le distanze ancora presenti ha fatto un passo indietro dichiarandosi “pronta da subito a lavorare sui programmi”. Muzzarelli, dal canto suo, con un intervento dai toni concilianti ha aperto ad una collaborazione fattiva sul programma. “Ho un diritto e due doveri - ha dichiarato il candidato sindaco dal palco dell'assemblea cittadina - il diritto di provare a dirigere la campagna elettorale e portare il Pd a governare Modena, il dovere di raccogliere l'apporto degli altri candidati e di costruire una coalizione capace di vincere le amministrative”.

A convincere Maletti, che ha comunque chiarito di non essere “più disposta a ricevere offese”, e di aver agito “per sfidare un sistema sbagliato che il mio partito non deve tollerare”, più che le aperture del candidato a sindaco, sono state a quanto pare le pressioni interne ricevute dai suoi sostenitori, la maggior parte dei quali contrari all'uscita dal Pd ed alla nascita di una lista civica. Ipotesi che, invece, la candidata non aveva scartato e che nei giorni scorsi aveva risvegliato gli appetiti politici di alcuni referenti del Nuovo Centrodestra modenese.

La strada degli accordi interni tra i tre candidati alle primarie - da amalgamare in un solo programma c'è anche il 10% portato dalle proposte del leader di Modena Attiva, Paolo Silingardi - resta comunque tutta da costruire. Sul tappeto, oltre al ricorso ai garanti regionali del Pd sulla questione del voto agli stranieri, restano i giudizi pesanti sull'operato dei segretari del Pd, Lucia Bursi e Andrea Sirotti, per la “cattiva gestione politica”, dell'affaire primarie espressi da Maletti e dai suoi sostenitori.

“Questo Pd ha dimostrato tutti i suoi limiti e se fossi nei segretari, penserei a dare le dimissioni”, si è spinta a dire Maletti ieri sera, durante il suo intervento. L'assemblea, ricca di interventi critici e fotografia di una unitarietà di intenti ancora tutta da trovare, si è comunque conclusa con il voto, sia pure non unitario, di un documento proposto dalla segreteria del Pd che invita a “chiudere con le dispute e serrare i ranghi per avviare in tempi rapidi la campagna elettorale”, svestendo “la maglietta dei comitati e indossando quella del Pd”. Su 95 presenti, 75 si sono espressi a favore, 14 sono stati gli astenuti e sei i contrari, tra cui Francesca Maletti e i suoi fedelissimi. (DIRE)

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