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Elezioni politiche, la nuova geografia del consenso nei comuni modenesi

Il voto di domenica scorsa ridisegna anche la geografia elettorale modenese. Tra crolli e rapide ascese si apre una nuova stagione politica che vedrà un nuovo esame tra appena un anno, con le elezioni amministrative nei principali comuni

Se la mappa dell'Italia "divisa in due" tra i consensi de centrodestra al nord e del Movimento 5 Stelle al sud sta facendo molto discutere e sta ridefinendo i criteri politici tradizionali, anche uno sguardo alla cartina elettorale della nostra provincia merita di aprire una riflessione sulle dinamiche del voto e sul prossimo futuro. La provincia di Modena ha subito lo stesso calo vertical del Partito Democratiche che tradizionalmente ne è stato la prima forza politica, pur con alcune eccezioni.

Come si deduce chiaramente, il Pd ha mantenuto la sua leadership di consenso nelle aree di Carpi e Modena, nonchè dei comuni satelliti. In questi comuni il distacco con il centrodestra e con il M5S è ancora marcato. La tradizionale vocazione "sinistra" di questi territori è sottolineata anche dalla percentuale sopra la media raggiunta da Liberi e Uguali (forse del candidato Maria Cecilia Guerra, ndr), che correvano freschi di separazione dallo stesso Pd e con il quale condividono la maggioranza nelle amministrazioni locali.

Ma mano che ci si allontana dal capoluogo, tuttavia, il consenso dei dem cala sensibilmente, anche in quei comuni che sono amministrati da decenni dal centrosinistra. Il Movimento 5 Stelle cresce fino a diventare prima forza in due aree ben distinte: nei comuni "del Sorbara" e nella fascia pedemontana. Proprio in questa seconda zona paga indubbiamente una forte presenta territoriale dei grillini, che pur non avendo mai amministrato sono riusciti a costruire consenso in maniera diffusa con un attivismo tangibile.

La crescita della Lega, infine, "macchia" di blu molti comuni (27 su 47) in maniera del tutto inedita. Se la sorpresa è inferiore in alcune aree dell'Appenino, o a Vignola e a Sassuolo - che conoscono o hanno conosciute amministrazioni di centrodestra - lo stesso non si può dire nella Bassa. Il centrodestra domina in sette comuni dell'area nord (e a Medolla perde di un solo voto sul csx), dando seguito a quella che era stata la recente vittoria elettorale di Finale Emilia che per prima aveva fatto parlare di "ribaltone".

Tutti i risultati nei collegi modenesi di Camera e Senato

Questo scenario inevitabilmente apre prospettive del tutto nuove sulle elezioni amministrative che nel 2019 interesseranno molti comuni modenesi. Chiaramente il dato di un'elezione politica non può e non deve essere sovrapposto in toto a quello di una consultazione locale, dove contano di più i candidati in campo che non l'appartenenza ideologica, ma altresì non può essere sottovalutato. Se Modena ha conosciuto già nel 2014 uno storico ballottaggio, pare che molti altri territori siano destinati ad una corsa elettorale all'insegna dell'equilibrio.

Un'ipotesi che preoccupa il Partito Democratico modenese e che fa sentire l'urgenza di una ricomposizione delle forze di sinistra. Qualche grattacapo, tuttavia, lo ha anche il centrodestra: alla carica suonata dalla Lega di Salvini fa da contraltare la progressiva disgregazione di Forza Italia e la dispersione del cosiddetto elettorato "moderato". Chi può guardare con maggiore ottimismo al futuro, a Modena così come in tutto il Paese, sono dunque i pentastellati, attesi da un importante esame di maturità ma sospinti da un consenso rilevante anche nella nostra provincia.

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