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Politica San Felice sul Panaro

Bollette non pagate, Enel taglia la luce ai moduli dei terremotati

Grande polemica nei comuni della Bassa, dopo che alcuni terremotati si sono visti ridurre al minimo la fornitura elettrica e di riscaldamento. Diverse famiglie non hanno pagato le elevate bollette Enel. Presidio del M5S, dura replica dei sindaci

Il tema non è certo nuovo. I Map, moduli abitativi provvisori per i terremotati dei comuni della Bassa, sono alimentati in tutto e per tutto ad energia elettrica, e questo comporta bollette decisamente elevate, secialmente in inverno quando diventa indispensabile attivare il riscaldamento. Negli ultimi giorni la situazione di crisi di alcune famiglie è ulteriormente degenerata, aggravando la situazione di insolvenza nei confronti di Enel, che fornisce l'energia alle varie cittadelle dei terremotati.

In acuni casi particolari, ovvero chi non ha mai o quasi mai pagato le bollette fin dal lintano 2012, Enel ha ridotto in questi giorni al minimo la corrente. Un fatto che ha causato gravi disagi, tanto che alcuni hanno deciso di accendersi un fuoco, rischiando l'intossicazione all'interno delle strette mura delle baracche.

Situazioni davvero critiche, nei confronti delle quali si è sollevata in men che non si dica la polemica politica. Enel ha confermato, intervenendo in prima persona, la propria disponibilità a procedere alla riattivazione a piena potenza delle forniture concordando con il cliente un parziale pagamento del debito e l’impegno ad onorare la parte restante con un piano di rientro in forma rateale. “Nonostante l’attenzione dimostrata e la lunga attesa – scrive Enel - un numero significativo di clienti non ha mai provveduto a regolarizzare il proprio pagamento. La misura della riduzione di potenza, che precede il distacco, viene applicata a partire dalle posizioni debitorie più rilevanti, a fronte di preavviso inviato ai clienti coinvolti”.

Ma questa decisione di Hera non è andata giù al Movimento 5 Stelle, con il deputato Vittorio Ferraresi che ha organizzato un presidio di protesta a San Felice: “Noi non ci stiamo. Abbiamo già da tempo denunciato come i costi dell’energia nei Map siano insostenibili, ricordiamo che fu per la scelta del Commissario straordinario che volle risparmiare sui moduli, comprando poco più di baracche di cantiere,  scaricando poi le spese dell’energia tutte sui terremotati – aggiunge Ferraresi - L’Enel doveva tenere i rapporti con i servizi sociali per gli eventuali insoluti ma mai arrivare al distacco della fornitura, questi erano gli accordi. E qua entra in ballo la responsabilità dei Comuni, che non sono intervenuti come avrebbero dovuto, che non hanno saputo o non hanno voluto far intervenire i servizi. Riteniamo responsabile di ciò che è accaduto e di ciò che potrebbe accadere il Commissario Bonaccini ed i sindaci”.

La protesta dei grillini - cui si unisce anche Rinfondazione Comunista parlando di “condizioni di vita medievali” nei Map – ha però trovato una forte stroncatura da parte degli stessi sindaci dei comuni interessati. “Quello andato in scena oggi è l'ennesimo tentativo di strumentalizzare le conseguenze del terremoto – hanno tuonato i primi cittadini dell'Area Nord – da parte di politici o aspiranti tali in cerca di visibilità, che ogni tanto, tra un impegno e l'altro di quello che essi stessi definiscono 'lavoro a Roma', si ricordano di occuparsi a spot di problemi che i cittadini, e i Comuni coinvolti, affrontano invece ogni giorno, cercando di favorire i percorsi di rientro nelle abitazioni".
 
“Sono situazioni delicate, molto diverse tra loro, conosciute e seguite, caso per caso, al pari di quelle dei mutui sulle case inagibili. Le istituzioni hanno mediato il rapporto con i fornitori di energia, i quali a più riprese avevano proposto un piano dilazionato speciale di rientro dalla morosità che è stato rifiutato da coloro che oggi si trovano in questa situazione”, concludomo gli amministratori.

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