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Riqualificazione ex Pro Latte, è scontro politico sui percorsi di partecipazione

Ok del Consiglio a mozione Pd che chiede in particolare il coinvolgimento del Quartiere 2 già dalla fase precedente alle osservazioni e la presenza di un Garante della partecipazione. Il centrodestra chiede invece l'istruttoria pubblica

La progettazione urbanistica dell’area ex Pro Latte sarà partecipata già dalla fase precedente al periodo di osservazioni e vedrà coinvolto direttamente il Quartiere 2. A garanzia di “un proficuo svolgimento dei processi partecipativi, di istruttoria pubblica e contraddittorio pubblico”, inoltre, prevederà la presenza di un ‘Garante della partecipazione’. Sono le principali linee di indirizzo politico per il futuro Accordo di programma sull’area dell’ex Pro Latte indicate dal Consiglio comunale di Modena, nella seduta di giovedì 27 aprile, con l’approvazione di un ordine del giorno del Pd sul tema illustrato da Diego Lenzini.

Si sono espressi a favore Pd, Europa verde - Verdi e Modena civica, contro Lega Modena e Movimento 5 stelle, astenuti Sinistra per Modena e Gruppo indipendente per Modena. Assenti Alternativa popolare, Modena sociale, Forza Italia e Fratelli d'Italia.

Il documento è stato occasione per un confronto acceso tra le forze politiche, sulla scia di quanto accaduto per il polo logistico Conad, approvato recentemente. L'area di via Finzi rappresenta infatti un continuum con l'hub della gdo e si configura come il prossimo terreno di scontro, con i comitati e i partiti di opposizione agguerriti per evitare l'insediamento della moschea in quel terreno. Non a caso il centrodestra e il Movimento 5 Stelle hanno chiesto l'attivazione di un percorso di istruttoria pubblica, come previsto dagli strumenti partecipativi. Ma anche sulle modalità della partecipazione c'è tensione.

La mozione approvata

Con la mozione l’Aula chiede di rafforzare ulteriormente i meccanismi di partecipazione già previsti dalla legge urbanistica regionale, di porre al centro il territorio interessato e di nominare una figura di Garante sui processi di condivisione. In particolare, il documento invita a procedere alla definizione dell’Accordo di programma di Cpc attraverso un percorso di partecipazione che assicuri la massima trasparenza, conoscibilità e l’acquisizione di contributi, prevedendo già in corrispondenza della “conferenza preliminare”, ancor prima della fase delle osservazioni e della pubblicazione del progetto, una inclusiva fase politica di ascolto e partecipazione democratica del territorio interessato, con il coinvolgimento diretto del Quartiere 2 e di altre rappresentanze portatrici di interessi economici e sociali, anche con la partecipazione di esperti.

Nel dettaglio, l’ordine del giorno invita a prevedere nella documentazione una relazione che consenta anche ai non addetti ai lavori di comprendere i contenuti progettuali, a pubblicare i materiali sul sito del Comune e a darne comunicazione ai presidenti del Consiglio e del Quartiere 2 affinché possano darne notizia ai consiglieri, consentendogli di esercitare le attività di indirizzo con mozioni e ordini del giorno. Il documento invita, inoltre, a predisporre un calendario di incontri per illustrare il progetto (in Commissione Seta, in Consiglio di Quartiere 2 e un incontro pubblico) entro 30 giorni dalla convocazione della Conferenza preliminare, prevedendo un secondo momento di illustrazione del progetto perfezionato, con incontri analoghi, entro 30 giorni dalla pubblicazione dello stesso, “così da consentire e stimolare la presentazione delle osservazioni nei 60 giorni successivi”. E, ancora, l’atto chiede “di nominare il responsabile della comunicazione e della partecipazione per il procedimento connesso all'approvazione dell'Accordo di programma CPC, Comune di Modena e Provincia”, oltre a istituire un indirizzo mail pec per l'invio dei contributi.

Il documento propone, inoltre, di imprimere al comparto ex Pro Latte una forte caratterizzazione pubblica e di ricomprendere nella progettazione le aree pubbliche già definite con il progetto di Conad prevedendone, se necessario, eventuali modifiche, in particolare una ulteriore riduzione dei parcheggi degli orti urbani a favore dell’ampliamento del verde pubblico. La mozione chiede, ancora, di ricomprendere nella progettazione dell'area il tema della produzione di energia da fonti rinnovabili modificando o integrando lo studio della comunità energetica che Conad deve presentare e comprendendo tutte le aree pubbliche presenti nel quadrante. Una volta che il nuovo polo logistico sarà pienamente funzionante, il documento chiede, infine, di verificare il rispetto dei limiti dei livelli sonori previsti per legge e prescritti in sede di Conferenza dei servizi.

Il dibattito fra i consiglieri

Intervenendo in Consiglio, l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli ha precisato che “l’area dell’ex Pro Latte è privata e l’iter prevede che si parta da un progetto presentato dalla proprietà che propone dove collocare le dotazioni pubbliche. L’Amministrazione farà da regia dando indicazioni nel corso di incontri propedeutici alla presentazione del progetto e nelle sedi in cui l’istruttoria sarà svolta, ma solo quando il progetto verrà considerato accoglibile in sede di Conferenza preliminare le aree diventeranno aree di dotazione, quindi pubbliche. Per l’ampliamento di Cpc – ha aggiunto Vandelli – visto che sussiste un interesse pubblico, si procederà con un Accordo di programma, procedura che prevede alcuni step ma non specifica come deve avvenire la fase della partecipazione. Con l’Accordo di programma, infatti, il Comune può legittimamente utilizzare e sviluppare in modo differente il percorso di partecipazione e questa mozione dà un indirizzo su come svilupparlo nel caso specifico, in termini di tempi e modi per nulla scontati precedentemente”.

Nel dibattito, Barbara Moretti (Lega Modena) ha affermato che “l’ordine del giorno sembra una provocazione: partecipazione e coerenza sono mancati finora nei percorsi che riguardano l’area, mentre avrebbero dovuto esserci fin da prima dell’accordo di programma sui progetti Cpc e polo Conad. L’area della Pro Latte – ha proseguito – va progettata da zero, senza soluzioni imposte, come sta avvenendo, anche sulla moschea il cui spostamento viene posto come elemento irremovibile a scapito del beneficio pubblico di una zona che sta subendo altre scelte urbanistiche. C’è stata arroganza politica nelle scelte per quell’area”. Giovanni Bertoldi si è dichiarato “perplesso” sull’ordine del giorno perché, “invitando la Cpc a realizzare un masterplan, sembra che la metta in condizione di fare scelte in autonomia per quell’area. Invece deve essere il Comune a individuare proposte che perseguano innanzi tutto l’interesse pubblico. Nel documento, tra l’altro, non si fa riferimento alla moschea che dovrebbe sorgere in quel comparto, quasi come se ci fosse imbarazzo a trattare l’argomento”. Secondo il capogruppo, che ha sollecitato anche “maggiore partecipazione dei cittadini, coinvolgendoli nelle scelte”, la soluzione migliore per l’area ex Pro Latte “è di farla diventare un parco”.

Secondo Paola Aime (Europa verde-Verdi) l’ordine del giorno “prova a rimettere in asse le decisioni urbanistiche sottolineando che la partecipazione deve esserci e che i cittadini devono avere la possibilità di contribuire alle scelte. Inoltre, mette un punto fermo sulla volontà di inserire i progetti singoli in un contesto più ampio facendo scelte che non si limitino, appunto, alla Pro Latte ma siano di più ampio respiro sulla città”.

Vincenzo Walter Stella (Sinistra per Modena) ha definito le proposte contenute nell’ordine del giorno “condivisibili ma tardive. Sarebbero serviti più coraggio e una visione globale per valutare l’intervento di riqualificazione in un’area più ampia e connessa”. Il consigliere ha portato come esempio il tema della comunità energetica “che secondo noi avrebbe dovuto essere inclusa già nel progetto del polo Conad, sollecitando un’interazione tra chi riqualifica l’area e i residenti e mettendo a sistema le nuove strutture per ottenere un miglioramento energetico condiviso”.

Secondo Giovanni Silingardi (Movimento 5 stelle) l’ordine del giorno “serve a poco: invita ad applicare una legge sulla partecipazione che già esiste ma non dà la possibilità ai cittadini di fare proposte attraverso un’istruttoria pubblica. In pratica si perseguono l’ascolto e l’informazione, ma non la partecipazione. Inoltre – ha proseguito – la progettazione urbanistica di un’area pubblica la deve fare il Comune mentre qui è lasciata al privato”. E Andrea Giordani ha aggiunto che “l’area della Pro Latte dovrebbe essere destinata al cento per cento a verde, come chiedono i residenti. Non bastano gli aumenti di tanti pezzettini”. A proposito dell’efficientamento energetico citato nel documento, il consigliere ha commentato che “si sarebbe dovuto prevedere fin dall’inizio il coinvolgimento dei residenti nell’utilizzo dell’energia solare prodotta”.

Per il Pd, Alberto Bignardi ha detto che “proseguiamo il dialogo con l’obiettivo di migliorare l’area: tutto è perfettibile, ma è stato già fatto tanto e la zona nord, caratterizzata dalla sostenibilità dei progetti nell’ambito della visione lunga che emerge dal Pug, nell’arco di dieci anni fiorirà”. Diego Lenzini ha ricordato che l’area dell’ex Pro Latte “appartiene a un privato e quindi sarà il privato a presentare il progetto. L’amministrazione ha chiesto che almeno un terzo dell’area sia destinato a verde e che una parte sia dedicata a utilizzo sociale. Il percorso partecipato che sosteniamo ha l’obiettivo di fare in modo che il privato si presenti in conferenza dei servizi con un progetto che tenga già conto delle richieste dei cittadini soprattutto per il verde e la mobilità sostenibile”. E Antonio Carpentieri ha sottolineato che il percorso per la progettazione dell’area “era chiaro fin da giugno 2022, quando il Consiglio ha approvato, senza voti contrari, il protocollo che richiamava le intenzioni del privato. Noi proponiamo di proseguire con un percorso partecipato ma questo non esclude che si possa fare anche un’istruttoria pubblica se ci saranno le condizioni”.

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