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Inceneritore. Il centrodestra chiede di fermare i rifiuti da fuori provincia, la maggioranza respinge

Il Consiglio comunale di Modena ha respinto l’ordine del giorno, presentato dal capogruppo di Lega Modena Alberto Bosi e sottoscritto anche da Fratelli d’Italia - Popolo della famiglia e Forza Italia, che chiedeva di escludere dal conferimento nel termovalorizzatore di via Cavazza i rifiuti provenienti da fuori provincia.

La mozione, discussa nella seduta di giovedì 24 settembre, ha ottenuto il voto a favore di Lega Modena, Movimento 5 stelle, Fratelli d’Italia - Popolo della famiglia e Forza Italia; e quello contrario di Pd, Sinistra per Modena, Modena civica e Verdi.

Alberto Bosi, capogruppo consiliare di Lega Modena, ha spiegato: “Chiediamo che vengano messe in campo quanto prima tutte le iniziative necessarie al fine di ottenere che soltanto i rifiuti prodotti nel nostro territorio vengano smaltiti nello stabilimento di via Cavazza, così da registrare anche un conseguente miglioramento della qualità dell’aria ed effetti positivi sulla salute dei cittadini”. Secondo i rappresentanti di centrodestra, infatti, la diminuzione della quantità di rifiuti da bruciare nell’inceneritore sarebbe uno dei punti chiave su cui intervenire a contrasto dell’inquinamento - assieme alla riduzione del traffico veicolare e alla chiusura delle fonderie in zona Madonnina - se non addirittura il principale: “Rinunciare ad importare rifiuti da fuori provincia e regione significherebbe ridurre del 45% le emissioni dell’impianto, che equivarrebbe a togliere dalla strada circa 80mila automobili”, ha affermato Bosi.

I consiglieri firmatari, inoltre, hanno rimarcato come lo scorso anno anche la quantità di rifiuti speciali di derivazione industriale abbia toccato numeri da record: sono state smaltite dal  termovalorizzatore ben 74.451 tonnellate, 13.000 in più rispetto al 2018. Anche per questo è stato chiesto a gran voce che per questo tipo di rifiuti venga immediatamente ripristinato il limite - abrogato dall’ARPAE nell’ottobre del 2017 - di 50.400 tonnellate/anno. 

Al di là degli aspetti ambientali, Bosi ha portato all’attenzione di tutti i presenti anche i delicati equilibri politici implicati nella questione smaltimento rifiuti: “Il Comune di Modena, essendo un importante azionista di Hera, ha un rapporto intrinsecamente connesso e dipendente dalla stessa. E’ dunque evidente che - pur essendo Hera un’efficiente multiutility - l’Amministrazione si trovi in conflitto d’interesse con i cittadini, di cui mette a repentaglio la salute facendo bruciare a pieno ritmo rifiuti urbani e speciali, provenienti anche da fuori provincia e regione”. 

Motivando il voto contrario dei gruppi di maggioranza, il capogruppo Pd Antonio Carpentieri ha ricordato che non esiste più da tempo un ambito provinciale per lo smaltimento dei rifiuti nel termovalorizzatore. Già da una decina d’anni, infatti, ciascuno dei quattro impianti presenti in Emilia-Romagna, quello di Modena compreso, ha come bacino di riferimento per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani l’intero territorio regionale. Nonostante questo, i rifiuti urbani trattati nell’impianto di via Cavazza provengono principalmente dalla provincia di Modena. Oltre ai rifiuti urbani, l’impianto tratta anche rifiuti speciali prodotti dalle aziende: “Non bisogna dimenticare - ha specificato - che una legge nazionale dispone che i rifiuti speciali possano essere trattati sul libero mercato, ma anche in questo caso a Modena si trattano materiali che arrivano per lo più dal bacino regionale”.

Gli interventi dei consiglieri Pd (oltre al capogruppo, Alberto Cirelli, Diego Lenzini e Marco Forghieri) hanno anche ribadito che, affrontando il tema dei rifiuti, l’obiettivo è individuare soluzione alternative alla termovalorizzazione “che potrà e dovrà essere superata, come è nelle previsioni anche della Regione, man mano che si svilupperanno e saranno applicate soluzioni diverse, come per esempio un incremento della raccolta differenziata”. E a partire, hanno sottolineato i consiglieri Paola Aime (Verdi) e Vincenzo Walter Stella (Sinistra per Modena), dall’impegno “a ridurre il più possibile la produzione di rifiuti”. Nel frattempo, “l’impianto non può lavorare con una quantità di materiali inferiore a 120mila tonnellate all’anno, quindi finché è attivo occorre rispettare questa soglia minima” affinché operi efficacemente.

Il consigliere Bosi, nel dibattito, ha proposto anche di includere l’impianto nei piani anti-smog per non vanificare gli interventi sul traffico urbano. Intervenendo a sostegno dell’ordine del giorno Giovanni Bertoldi ha sollecitato un impegno per una “graduale riduzione della produzione dei rifiuti” anche con “politiche più incisive sulla raccolta differenziata e maggiori controlli”; Elisa Rossini di Fratelli d’Italia - Popolo della famiglia ha messo l’accento sulle carenze del sistema di raccolta differenziata a Modena, con la finalità di ridurre la quantità di rifiuti conferiti nell’impianto di via Cavazza e di limitarne gli effetti; mentre Giovanni Silingardi (Movimento 5 stelle) ha sostenuto che la politica dovrebbe promuovere l’economia circolare, includendo la tariffazione puntuale, la raccolta porta a porta della differenziata e il sistema di riuso e riutilizzo dei rifiuti.

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