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Riforma Madia sulla pubblica amministrazione, da Muzzarelli piovono critiche

Sfogo del sindaco durante un convegno al Mef. Il primo cittadino definisce "assurdi" alcuni dei vincoli posti da roma nella gestione delle società partecipate, sottolineando tutte le difficoltà che si inconttrano oggi nell'amministrazione degli enti locali

"Capolavoro". "Paradosso". "Tutoraggio burocratico". Il sindaco e presidente della Provincia di Modena, Gian Carlo Muzzarelli del Pd, si arma di sarcasmo oggi per commentare le ripercussioni della legge Madia sulle società partecipate e sull'assetto generale degli enti locali. Nel corso di un convegno ad hoc al Museo Casa Enzo Ferrari di Modena, al quale era stato annunciato il sottosegretario alla Pubblica amministrazione Angelo Rughetti (che alla fine ha mandato sul posto i suoi tecnici), Muzzarelli mette in fila tutte le critiche alla riforma. 

Lo fa in presenza di altri sindaci e amministratori dell'Emilia-Romagna e del Pd, ma soprattutto lo fa alla vigilia della nuova visita a Modena del premier Matteo Renzi, atteso domani sera al Forum Monzani nell'ambito del tour per il referendum costituzionale (il sindaco di Modena ha detto che il 4 dicembre voterà si' ma non ha fatto campagna referendaria). Il concetto su cui insiste Muzzarelli in sala è uno: Modena è una realtà virtuosa e la sua Provincia, con un piano avviato nel 2015, ha già tagliato le società partecipate da 13 a sei (è rimasta l'Autobrennero, una sorta di gallina dalle uova d'oro) risparmiando risorse. Tuttavia, da Roma continuano ad arrivare imposizioni spesso "assurde", sbotta il sindaco in sala al Mef.

"I vincoli e i divieti che la legislazione ha imposto sono uguali per tutte società pubbliche, ma a Modena abbiamo il problema di non poter assumere personale per nidi e scuole d'infanzia, che i cittadini ci chiedono di tenere aperti e efficienti: dobbiamo quindi inventarci l'inventabile", segnala Muzzarelli. Cosi', il sindaco si scaglia contro quella "cultura centralistica e burocratica" per cui "le leggi di bilancio che continuano a trattare le autonomie comunali come agenzie di spesa, non come capisaldi della democrazia; l'ho detto a Renzi- puntualizza Muzzarelli- tante volte: se non si investe a partire dai territori, se non si liberano risorse con un investimento sui territori è dura far ripartire il nostro Paese, è dura. Se dobbiamo diventare matti per liberare un avanzo d'amministrazione è dura".

L'ex assessore regionale precisa, come a scanso di equivoci: "Non dico che non ci debbano essere limiti per gli amministratori e regole uniformi per le nomine, responsabilità contro la mala gestio; anzi, ne abbiamo bisogno. Discuto invece- si sbraccia Muzzarelli- la pretesa di scendere nei dettagli di restringere e invadere ogni spazio di autonomia, di svolgere da Roma quasi una funzione di tutoraggio burocratico nei confronti degli amministratori locali". Ecco gli esempi citati attorno al decreto Madia (a partire dall'articolo 15): le partecipate devono adeguare i propri statuti entro dicembre 2016, ma il decreto che regolerà la composizione degli organi amministrativi stessi (ad esempio la previsione o di un amministratore unico o di un Cda) dovrà essere emanato entro marzo 2017.

 "Perchè non si sono coordinati i tempi? Basta aspettare l'approvazione dei bilanci, cosi' invece tutto complica la vita di tutti", si lamenta Muzzarelli. Che continua: "Nel 2012 gli enti locali sono stati obbligati, e questo è il paradosso dei paradossi, a nominare dipendenti nei Cda delle nostre società. Oggi siamo obbligati a fare il contrario. Ho società dove il direttore generale, gratis, ingaggiava due liberi professionisti quando ne aveva bisogno; risultato, ora la devo chiudere perchè era troppo bravo... Ora ci metteremo un presidente, che avrà bisogno di una indennità, anche la piu' piccola, e spendiamo di piu'. Capolavoro". E ancora: "Faccio gratis il presidente, oltre che della Provincia, del Teatro Pavarotti. Mettendoci un altro, costerà di piu'; e nello statuto si dice che è il sindaco il presidente, dovremo cambiare anche quello. Per i Teatri lirici, invece, non è cosi'. Insomma, vi rendete conto di che cavolo di casino stiamo combinando?", si sfoga di nuovo Muzzarelli. Che conclude sui dipendenti: "Li sto facendo ritirare tutti, da Democenter in giu'. Li stiam facendo dimettere, pigliamo esterni coi gettoni. Capolavoro. Mi dicono che mi arrabbio sempre. Da tempo mando messaggi alla ministra Madia, sono diventato il suo stalker del venerdi'. Fanno mezz'ora di rendez-vous per rispondere a Modena... poi alla fine mi danno ragione".

(DIRE)

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