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Niente outlet al centro Senada, "Via Emilia Ovest non reggerebbe il carico"

L’assessora Vandelli ha risposto all’interrogazione del consigliere Giacobazzi (FI). “Via Emilia ovest non reggerebbe il traffico di un outlet come proposto dalla proprietà del centro”. Il Comune ha detto no all'ampliamento della superficie commerciale

"Il Centro Senada in via Emilia Ovest potrà essere ripensato con una vocazione a produttivo e servizi, legata alla filiera dell’automotive e dell’agroalimentare, con attività che valorizzino e completino il vicino centro residenziale e produttivo, laboratori, centri di ricerca e innovazione, oltre che studi medici. Ma anche come snodo per la mobilità sostenibile oltre che vetrina commerciale per merci ingombranti, come è già oggi via Emilia Est con i saloni per le auto, con l’obiettivo di non caricare eccessivamente quel tratto dell’asse stradale".

Lo ha affermato l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli nella seduta del Consiglio comunale di lunedì 6 dicembre rispondendo all’interrogazione del consigliere Giacobazzi (Forza Italia), firmata anche da Beatrice Di Maio (Modena sociale), sulle prospettive del Centro Senada. Il consigliere ha chiesto quante segnalazioni siano giunte al Comune o alla Polizia locale, se l’Amministrazione è “a conoscenza del perdurare della situazione di degrado generale” della struttura, come intenda attivarsi e con quali tempi. Il consigliere ha domandato in particolare se il Comune sia in contatto con l’attuale proprietà dell’immobile, quali siano le sue intenzioni per il futuro del compendio, se è vero che la proprietà ha proposto all’Amministrazione in più occasioni progetti di recupero dell’area e, se sì, quale sia stata la risposta e come mai la situazione sia in stallo.

L’assessora ha spiegato che, nel dicembre 2014, la proprietà ha presentato una proposta di Piano urbanistico attuativo non conforme alla disciplina, con una richiesta di incremento significativo della funzione commerciale, per un totale di 15 mila metri quadrati di superficie di vendita, volta a trasformare il centro in una sorta di outlet. “Via Emilia ovest in quel tratto ha già un carico notevole legato al produttivo, ma anche alla presenza di residenziale e misto, – ha spiegato Vandelli – e non reggerebbe un tale incremento della mobilità legato all’attività commerciale. La proposta ha ottenuto un diniego contro il quale è stato presentato un ricorso che sarà discusso a gennaio. La proprietà – ha proseguito – ha proposto, in seguito, un alleggerimento del progetto, nel quale permane però una presenza di commercio superiore rispetto a quella prevista dall’attuale strumento urbanistico”.

Modifiche così significative, ha spiegato Vandelli, “non possono che essere guardate nell’ambito di una nuova visione complessiva di città e devono passare attraverso una verifica di sostenibilità. Non è un progetto che si può pensare di approvare in deroga agli attuali strumenti urbanistici. L’assessora ha poi fatto riferimento al Piano urbanistico generale, in Consiglio entro l’anno, nel quale “vengono individuate diverse strategie che riguardano quest’area e vengono assunte scelte forti e decise che vanno nella direzione di favorire il commercio di prossimità e di non collocare nuovi grandi attrattori all’interno di tessuti che presentano fragilità dal punto di vista della sostenibilità e della mobilità, come via Emilia ovest”.

L’assessora ha quindi evidenziato “la differenza di visione dell’Amministrazione rispetto alla proprietà: riteniamo che quest’area – ha detto – debba mantenere il ruolo di cerniera tra produttivo e residenziale, con servizi di tipo, per esempio, turistico-ricettivi, palestre, spa, laboratori, centri di ricerca e innovazione, studi medici, e che debba offrire risposte sinergiche in termini di mobilità”. Vandelli ha quindi precisato che si tratta di un’area importante, pari a oltre 43 mila metri quadrati di superficie, con una capacità edificatoria di oltre 30 mila metri quadrati e una peculiarità quasi unica nel territorio urbanizzato, se si escludono i grandi poli commerciali, cioè la possibilità di realizzare 5 mila metri quadrati di superficie commerciale. “Spesso – ha continuato – le aspettative soggettive non trovano riscontro nella realtà concreta: la vocazione commerciale che può interessare quest’area, un po’ come quella di via Emilia est, interpretata come la vetrina delle auto e delle moto, riguarda categorie commerciali ingombranti.  Il tema del direzionale, invece, è in picchiata, è quindi sicuramente meno indicato rispetto ad altre destinazioni”.

L’assessora ha infine riportato che a inizio estate sono state ricevute alcune segnalazioni di degrado, in particolare di abbandono di rifiuti, da parte dell’amministratore del centro e, a seguito di sopralluoghi anche in presenza dei gestori dell’attività presente, l’Amministrazione ha redatto una diffida amministrativa alla proprietà Ex Kalpa. Ciò nonostante, alla data della verifica da parte della Polizia locale, i lavori non sono stati eseguiti (recinzione e sfalcio del verde) e alla stessa proprietà è stato notificato un verbale di accertamento per la mancata ottemperanza alla diffida, pagato nei termini. Né alla sala operativa della Polizia locale né tramite il sistema Ril.fe.de.ur sono invece state registrate richieste di intervento.

In replica, Giacobazzi ha sottolineato che “il nucleo dell’interrogazione riguardava il dibattito e i progetti presentati dalla proprietà e l’assessora ha sciolto i dubbi. Capisco le valutazioni dell’Amministrazione – ha aggiunto – credo però che, nell’ottica di una riqualificazione a vantaggio dell’intera città, l’Amministrazione potrebbe essere più elastica nella valutazione anziché focalizzarsi sulla possibilità di insediare solo determinate attività produttive”.

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