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Venerdì, 26 Aprile 2024
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In Regione firmato un nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima, addio carbone entro il 2050

Cinquantacinque sigle ed enti sottoscrivono con la Regione il Patto che avvia il percorso di ricostruzione e cambiamento. Completa decarbonizzazione entro il 2050 e 100% di energie rinnovabili al 2035, il 3% del Pil regionale in ricerca e Neet sotto il 10%. Investimenti pubblici e privati per quasi 30 miliardi di euro nella legislatura

L’Emilia-Romagna continua dunque a fare sistema. Le firme di oggi confermano e rafforzano il metodo avviato nel 2015 con la firma del Patto per il Lavoro, che in cinque anni ha permesso all’Emilia-Romagna di recuperare terreno rispetto alla lunga crisi economica apertasi nel 2008, portandosi ai vertici italiani ed europei per crescita, occupazione, export e valore aggiunto. Cinque anni nei quali il Patto per il Lavoro ha generato investimenti e movimentato risorse per oltre 22 miliardi di euro (ben oltre i 15 preventivati all’inizio).

Uno scenario radicalmente cambiato nell’ultimo anno con la diffusione della pandemia mondiale e l’esigenza, ora, di fare tesoro dalle lezioni apprese dall’emergenza e di impostare un modello di sviluppo che sia sostenibile. Per affrontare quattro sfide che lEmilia-Romagna, al pari e più di altri sistemi territoriali, è chiamata ad affrontare: crisi demografica, emergenza climatica, trasformazione digitale, contrasto alle diseguaglianze.

“In Emilia-Romagna il futuro lo costruiamo insieme – afferma il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini -. Ancora una volta dimostriamo coi fatti che si possono unire le parti per un progetto condiviso di sviluppo sostenibile, che punti al lavoro di qualità e ad una transizione ecologica non più rinviabile. Mettiamo il bene comune avanti a tutto, scegliendo confronto e condivisione, patrimonio di questa terra, soprattutto nei momenti più difficili. Ringrazio tutti i firmatari, sensibilità diverse al servizio del sistema territoriale dell’Emilia-Romagna. Questa regione intende svolgere un ruolo primario anche nella programmazione e nella gestione delle risorse straordinarie che il Paese avrà a disposizione, in quantità mai viste prima. Come dimostrano gli stessi numeri e indicatori che ogni anno il Governo fornisce - qualsiasi Governo di qualsiasi colore -, se c’è una regione che sa programmare e spendere bene e in fretta le risorse europee e nazionali questa è l’Emilia-Romagna. Per questo, in accordo con tutte le rappresentanze del territorio, ci candidiamo a svolgere una parte importante anche nell’impiego migliore delle risorse del Next Generation EU. Per recuperare ogni posto di lavoro perduto, per potenziare ulteriormente la sanità pubblica, per investire in saperi e innovazione, per la qualità del nostro ambiente e la sicurezza del nostro territorio. Credo che l’Emilia-Romagna stia indicando un percorso di valenza nazionale- chiude Bonaccini- che farebbe davvero bene a tutto il Paese: nel momento durissimo che stiamo vivendo, qui decidiamo ancora una volta di uscirne insieme, tutti, attraverso partecipazione e democrazia, condividendo ogni risorsa disponibile in termini economici, progettuali e di conoscenze. Lo stesso che credo debba fare l’Italia”.

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