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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Bilancio, il Pd chiede un ulteriore fondo da 150mila euro per il caro-bollette

L?annuncio della segreteria dem insieme al sostegno totale al Bilancio presentato dalla Giunta Muzzarelli

Il bilancio previsionale 2022-24 del Comune di Modena verrà discusso e votato dal Consiglio comunale giovedì 3 marzo. "Sosterremo convintamente la proposta di bilancio elaborata dal sindaco Muzzarelli e dalla giunta – afferma la segretaria Pd della città di Modena Federica Venturelli -. È un passaggio fondamentale per l’amministrazione della città. Stiamo parlando di una manovra ambiziosa e con numeri rilevantissimi: oltre 252 milioni di spesa corrente e una proposta di quasi 200 milioni di euro di investimenti nel prossimo triennio. Il 2022 è il primo anno della ‘nuova normalità’ post Covid e l’obiettivo per tutti è non solo recuperare, ma andare oltre la recessione del 2020 e la ripresa del 2021. Modena ha storicamente dimostrato di saper spendere al meglio i fondi europei e ora, con il PNRR, può fare davvero la differenza e creare le condizioni per nuovo lavoro di qualità e per vincere le sfide ambientali e sociali che abbiamo sul tavolo".

La segretaria aggiunge: "Noi in aula, con tutti gli alleati, in maniera compatta, porteremo proposte di miglioramento e anche diversi documenti di indirizzo su argomenti strategici”. Il gruppo consigliare dem ha presentato anche un importante emendamento in spesa corrente del valore di 150mila euro per contrastare il caro bollette.

La proposta, firmata dal capogruppo Antonio Carpentieri, unitamente a tutti gli altri partiti della maggioranza di centrosinistra, si rivolge alle famiglie, anche con figli minori, più colpite dalla povertà economica, sostenendo il pagamento delle utenze in questa particolare contingenza internazionale. Nello specifico, il Pd, propone di aumentare il capitolo di spesa ‘Contributi assistenziali’ del Settore servizi sociali e welfare in quanto l’aumento delle bollette rappresenta la prima urgenza da affrontare in questi mesi in cui si conclude l’annata termica per le abitazioni private. Inoltre, il gruppo Pd, è al lavoro per depositare alcune mozioni di accompagnamento al Bilancio su temi strategici per la città e per la tenuta degli Enti Locali nel difficile periodo di transizione tra l’emergenza sanitaria da Covid-19 e il ritorno alla nuova normalità. Nello specifico, i consiglieri Dem hanno individuato cinque ordini del giorno riguardo temi specifici. “In primo luogo - spiega Carpentieri - si chiede all’amministrazione di non aumentare la pressione fiscale locale e di prestare la massima attenzione all’applicazione della riforma nazionale sull’Irpef. Nell’ambito del Next Generation Modena, utilizzando i fondi UE tradizionali e quelli del Pnrr, il gruppo consiliare insiste poi sul dare priorità a rigenerazione urbana, scuola, digitalizzazione e transizione ecologica; tema, quest’ultimo al centro di un altro dei cinque ordini del giorno che mira a sostenere e rafforzare il piano complessivo dell’amministrazione riguardo il risparmio energetico degli immobili e delle reti per arrivare a minori consumi, minori emissioni inquinanti e ottenere maggiori risparmi di bilancio da reinvestire su welfare, scuola e servizi alla persona

“Sul fronte del post Covid – continua il vicesegretario del Pd città di Modena Diego Lenzini - chiediamo maggiore flessibilità per utilizzare a pieno, anche nel 2022, il Fondo Funzioni Fondamentali e ci appelliamo al governo per garantire anche nel secondo semestre ristori e sostegni economici alle amministrazioni locali. Nonostante la fine dell’emergenza sanitaria, il 2022 sarà infatti un anno delicato per le finanze degli Enti Locali che saranno ancora chiamati a sostenere l’economia e i cittadini senza le dovute certezze economiche per i propri bilanci. Per questo, interpelliamo il governo nazionale anche per un cambio di passo rispetto alle possibilità assunzionali degli Enti Locali attraverso il sostegno di parte degli aumenti contrattuali firmati a Roma e oggi tutti a carico del bilancio comunale, ma anche per rivedere le norme nazionali che penalizzano i Comuni che puntano sulla gestione diretta dei servizi”.

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