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Matrimoni gay, il Pd modenese atteso alla prova del Consiglio

Approda in aula la mozione presentata da “Per me Modena” e sostenuta dalla sinistra modenese. Già preannunciato l'esito negativo dal sindaco Muzzarelli: i democratici alla ricerca della soluzione più elegante per non scontentare il mondo LGBT

Conto alla rovescia in città per l'approdo in Consiglio comunale della mozione sulla trascrizione dei matrimoni gay. Nella seduta di giovedì 23 ottobre, al via dalle 14.30, l'argomento appare al primo posto nel testo di convocazione, dopo le interrogazione dopo il voto sulla delibera riferita agli indennizzi per gli operatori economici discussa la settimana scorsa in commissione. 

"Trascrizione nei registri di stato civile del Comune di Modena di matrimoni contratti all'estero da coppie gay e lesbiche", è il titolo della mozione di cui il primo firmatario è la consigliera di Per Me Modena Adriana Querzè. Ora il testo si potrà integrare o modificare. Di qui a giovedì, Gian Carlo Muzzarelli si confronterà con i suoi per cercare la più ampia adesione possibile su un testo comune. Le 'diplomazie' sono ormai al lavoro, ma il tema non lascia moltissime alternative sul piano del messaggio politico: trascrizioni sì o trascrizioni no.

Il sindaco Muzzarelli l'8 ottobre aveva avvisato: “No a scorciatoie”. L'uscita era suonata come una frenata rispetto al decisionismo di colleghi come il sindaco di Reggio Luca Vecchi e soprattutto quello di Bologna Virginio Merola - che, favorevole da subito alla trascrizione, ha innescato uno scontro col ministro Angelino Alfano sulla vicenda. 

Muzzarelli, invece, non gradisce sul tema battaglie istituzionali e ha preferito passare la palla al Consiglio. Anche l'alleato Sel pressa e sollecita un gesto simbolico a favore delle nozze omosessuali. Ma nel Pd, nonostante le aperture recenti del capogruppo Paolo Trande, bisogna fare i conti con la posizione più 'equilibrata' dell'area cattolica, presidente consiliare Francesca Maletti in testa.

E proprio nel segno dell'equilibrio istituzionale sembra avviarsi la decisione di giovedì prossimo, secondo una prassi ormai consolidata che prevede la bocciatura della mozione Querzè, in favore di un nuovo documento rielaborato dal Pd. Un documento che non consentirà al sindaco di replicare quanto accaduto a Roma e in altri comuni, ma inviterà ad un pressing istituzionale verso il legislatore nazionale. Salvo sorprese e fughe dall'altare.

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