rotate-mobile
Politica

Il Pd di Modena stronca la scelta di Matteo Renzi. C'è il nodo delle elezioni regionali

Il partito condanna l'uscita dell'ex segretario e invita a guardare all'unità e non a vecchi schemi di appartenza. In Emilia le scelte personali saranno influenzati dalle imminenti elezioni regionali

“Una continua scommessa personale sta svuotando, pezzo dopo pezzo, il Pd: non credo nei partiti personali, neanche ora quando sembra aprirsi la strada per un ritorno al proporzionale più puro. Un partito è qualcosa di più complesso che una somma di singole ambizioni". Lo scrive il segretario del Pd di Modena Andrea Bortolamasi, commentando l'uscita di Matteo Renzi con un appello all'unità, l'ennesimo. Bortolamasi, assessore comunale alla Cultura da giugno e in sella come segretario comunale fino alle regionali in arrivo, precisa di non capire e di non volersi adeguare. 

Già renziano ma non della prima ora, proprio come il governatore Stefano Bonaccini a lui vicino, Bortolamasi ha abbracciato il progetto di Nicola Zingaretti all'ultimo congresso ma ha sempre sostenuto la necessità di tenere unito il partito oltre i vecchi schemi. Ora lo conferma, senza più nessuno sconto all'ex segretario nazionale, perchè il rischio che si avverte in queste ore, nonostante un certo 'caos calmo' generalizzato, è uno: che quello in atto sia l'inizio di uno smottamento. "Non faro' mai parte di quelli che gioiscono per l'uscita di Renzi. Sento, a parti invertite, le stesse parole di quando perdemmo nel 2017 un altro ex segretario, Bersani, e parte del gruppo dirigente: mi sento, ora come allora, profondamente a disagio".

Sta di fatto che lo strappo renziano è un errore vero, si sfoga Bortolamasi nel suo post: "Avrei potuto capire una scissione su questioni valoriali, identitarie, più solide di un mero calcolo politico. Ma una scissione strategica, pensata e costruita a tavolino da un gruppo auto-referenziale, il giorno dopo l'incasso dei ruoli nel Governo, per farti una tua good-company e magari lasciare a presidio del Pd la tua bad-company nella speranza, neanche tanto segreta, di tornare un giorno alla guida, proprio no: non cadremo in questo tranello".

E promette il segretario dem: "Non torneremo a Ds e Margherita, lo devo, lo dobbiamo anche e soprattutto ad una generazione, la mia, che nelle ragioni del Partito deemocratico ha trovato la sua dimensione di impegno e partecipazione. È una scelta sbagliata e che mi fa anche parecchio incazzare". 

Intanto, l'uscita di Renzi sta registrando più che altro un grande attendismo da parte dei suoi fedelissimi, anche a Modena e dintorni. Non si registrano tensioni in queste ore, se non qualcosa dalle parti dell'area del consigliere regionale Giuseppe Boschini: sarebbe quello con più di mal di pancia nella stessa corrente cattolica, che per la verità è spaccata da un po' a Modena. Da parte di sue altre personalità come Francesca Maletti o Ludovica Carla Ferrari, richettiana, al momento non arrivano segnali o pressing. Ma ai più esperti sembra una pax a tempo: se ad esempio le regionali dovessero andare male, o non abbastanza bene, le cose potrebbero cambiare presto. Sarebbe solo per questo, solo per una questione di tempo in attesa di 'vedere come va', 

Nel frattempo anche il sindaco Muzzarelli prende posizione: È "un errore l'uscita di Matteo Renzi, che del Pd è stato segretario. Non lo seguiro'". Ora, "come ha bene detto Zingaretti, pensiamo non alle scissioni ma al futuro degli italiani: lavoro, ambiente, imprese, scuola, investimenti, presentandoci con fiducia e un programma chiaro davanti agli elettori, a partire dalla prossima importante sfida che ci attende, quella delle regionali". 

(DIRE)

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il Pd di Modena stronca la scelta di Matteo Renzi. C'è il nodo delle elezioni regionali

ModenaToday è in caricamento