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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Forza Italia 2, un monito da Modena: “Non liquidare esperienza PdL”

I dirigenti locali Ghelfi e Rinaldi rimarcano la necessità di salvaguardare il processo di aggregazione vincente del centrodestra e smentiscono fratture interne. Mentre per le prossime amministrative, fra l'incertezza, si pensa alle primarie

L'eterno ritorno a Forza Italia, che Silvio Berlusconi ha ormai ufficializzato per il prossimo settembre, scuote la compagine modenese del Popolo della Libertà, che attende le decisioni che arriveranno dai palazzi romani, con un misto di rassegnazione, speranza e senso critico. Il coordinamento provinciale del PdL ha approvato nei giorni scorsi un documento con il quale si chiede proprio alla dirigenza nazionale di non sottovalutare l'esperienza pidiellina, suggerendo che la dismissione di quanto costruito finora non sarebbe affatto cosa saggia.

“Il coordinamento di Modena ritiene un errore liquidare l'esperienza del PdL – ha ribadito stamane in conferenza stampa il portavoce Luca Ghelfi – Sicuramente il progetto ha bisogno di un tagliando e di una riformulazione, di idee nuove e anche di nuove persone. L'aggregazione di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e di altre sigle, piccole e o grandi che fossero, ci sembrava una scelta vincente e continuiamo a crederlo”.

Una spaccatura con la strategia berlusconiana? Il coordinamento provinciale vuole smentire ogni genere di divergenza e tensione interna, come lo stesso Ghelfi sottolinea: “Non esiste una contrapposizione su Forza Italia sì o Forza Italia no. Il coordinamento ha solo dato un'indicazione. Non c'è nessuna lotta o guerra intestina, anche perché decisioni non passano da Modena: però Modena ha ritenuto opportuno far sapere a Roma come la pensa il nostro territorio”. Certo è che qualcuno all'interno del partito, ovvero l'ala “moderata e rivoluzionaria” vicina a Samorì, non ha gradito questa sovraesposizione: i forzisti della prima ora come il capogruppo Adolfo Morandi e Giampaolo Lenzini hanno, ad esempio, preferito abbandonare la sala al momento del voto sul documento.

La titubanza verso un ritorno a Forza Italia traspare anche dalle parole di Bruno Rinaldi, responsabile degli enti locali: “Il PdL non è solo un logo, ma è un'esperienza fatta di uomini e di donne. Il fatto di creare una nuova Forza Italia è sicuramente un arricchimento, soprattutto se va verso i giovani e il mondo economico, però i partiti sono fatti di uomini e di donne e non è sempre possibile cambiare i loghi e le etichette. Non è un pacchetto di pasta. La costruzione del PdL – ha sottolineato Rinaldi – è stata faticosa ma ci ha consegnato un partito che funziona e che ha un confronto interno, dove c'è spazio anche per il dissenso”.

Pare perciò evidente che gli scenari di settembre potrebbero mutare profondamente la geografia politica del centrodestra, con ovvie ripercussioni sulla realtà locale e sulla corsa alle prossime elezioni amministrative. Se dovesse nascere una nuova Forza Italia sarebbe da ridiscutere un collocamento complessivo e le alleanze: in quel caso anche la strategia per le amministrative dovrà essere “demandata ai piani alti”. Ma allo stato attuale, conferma Luca Ghelfi, l'idea è quella di “fare le primarie, valutando se farle di coalizione o meno: c'è un dibattito in corso all'interno del partito”. Per ora insomma, l'unica cosa certa è che non ci sono certezze.

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