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Presidio Cgil, Leoni (Pdl): "Mobilitazione ideologica che fa male al Paese e ai lavoratori"

Il consigliere regionale Pdl: "Il Pd scenderà in piazza con la Camusso? la Cgil ha mostrato, per l'ennesima volta, di essere un sindacato sempre più isolato, ancorato a logiche ottocentesche, vittima del proprio furore ideologico e antigovernativo che nulla ha a che fare con l'interesse dei lavoratori"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ModenaToday

"Mentre infuria la crisi economica in tutto il mondo chi può davvero credere che la soluzione di tutti i problemi si otterrà con uno sciopero generale? Eppure oggi la Cgil ha mostrato, per l'ennesima volta, con il suo presidio davanti alla prefettura di Modena, di essere un sindacato sempre più isolato, ancorato a logiche ottocentesche, vittima del proprio furore ideologico e antigovernativo che nulla ha a che fare con l'interesse dei lavoratori. I distinguo e le difficoltà del Pd e la frattura nel fronte sindacale sullo sciopero del 6 settembre, ne sono la conferma. Mi chiedo quanti esponenti del Pd di Bersani vedremo sfilare insieme ai fan della Camusso".

Commenta così il Consigliere regionale del Popolo della Libertà, Andrea Leoni, ilpresidio organizzato oggi a Modena dalla CGIL contro la manovra economica del governo, in vista dello sciopero generale indetto dalla CGIL il 6 settembre.

"Nel momento del richiamo alla responsabilità e al confronto, la Cgil sceglie la piazza e lo scontro, ovvero tutto quello che oggi fa male al Paese e ai lavoratori che ancora racconta di volere difendere. I temi del lavoro continuano ad essere usati dalla CGIL in chiave antigovernativa e distruttiva, alla faccia dell'appello alla responsabilità e al confronto del Presidente della Repubblica. Chiunque abbia a cuore gli interessi del Paese accetta la necessità di una manovra. Una manovra che uscirà con notevoli modifiche e che la maggioranza ha dimostrato di essere disposta a confrontare e a modificare con le proposte di tutti nel corso del dibattito parlamentare. La Cgil aveva una buona occasione per affrancarsi rispetto a posizioni bocciate dalla storia e dal presente e non l'ha utilizzata".

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