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Regione, Matteo Richetti in campo per il dopo Errani

Intensa direzione regionale per i democratici, che hanno approvato di procedere a nuove primarie, ma di evitare l'anarchia delle candidature. La prima ad affiorare è proprio quella del renziano Richetti. Ma Bonaccini resta alla finestra

Dopo ore di intensa discussione la direzione regionale del Partito Democratico ha di fatto accolto la richiesta di una deroga ai paletti fissati dal regolamento per le primarie di coalizione, per consentire a tutti quelli che vogliono correre per la presidenza della Regione di farlo. Una mossa sponsorizzata soprattutto dai cosiddetti renziani doc, a partire dal deputato Matteo Richetti e dall'ex sindaco di Forlì, Roberto Balzani. "In chiusura il segretario ha chiarito che il mandato che chiede è a fare primarie che non impediscano a nessuno di proporre il proprio progetto per la Regione agli elettori - spiega Richetti al termine della direzione- questo è un partito serio che, al di là di regole e procedure, ha chiarito il nodo politico e cioè: proprio quando la partita si fa difficile, nessuno si può permettere di chiudersi in 6 o 7 in una stanza".

E proprio Matteo Richetti è il protagonista assoluto della giornata odierna, che si conclude con la sua candidatura – pur non ufficiale – alla presidenza della Regione. Il 39enne modenese ha dichiarato: "Non sono abituato a rispondere ad ambizioni personali, ma nel momento in cui me lo chiedesse un pezzo del partito, di amministratori e di persone che in questi anni hanno lavorato con me, è un'opzione che sono pronto a valutare". 

Una candidatura di peso, quella di Matteo Richetti, che potrebbe portare ad un derby tutto modenese con l'attuale segretario Stefano Bonaccini. Uno scontro fratricida che in casa PD si cercherà di evitare con ogni mezzo possibile. "Richetti è disponibile, come altri - commenta Bonaccini al termine della direzione - Io non mi sono mai tirato indietro in passato rispetto a richieste che sono state fatte, ma mettendole in dislocazione rispetto a dove si può essere utili. In alcuni siamo anche classe dirigente nazionale e dobbiamo valutare insieme anche tra di noi le condizioni rispetto ai ruoli che ognuno di noi può occupare". Oggi però "non era il giorno dei nomi - ricorda il segretario - una volta che avremo definito regole e confini delle primarie, ci potranno essere candidature in campo. Il tema non è il chi, tantomeno me: vedremo nei prossimi giorni chi vorrà candidarsi e su chi ci sarà convergenza". 

E proprio le regole sono un tema caldissimo non solo in casa Pd, ma anche in via Aldo Moro, dal momento che la legge elettorale regionale si avvia verso un annunciato iter di modifica. "Faremo di tutto per andare a votare con una nuova legge elettorale e ci auguriamo che si possa fare in tempo”, ha affermato lo stesso Bonaccini, ribadendo poi che l'obiettivo resta tornare al voto il prima possibile. Il rinvio delle dimissioni chiesto da tutti i capigruppo in Regione al governatore Vasco Errani serve solo per approvare "alcuni provvedimenti urgenti per famiglie e imprese e per le aree del terremoto”. (DIRE)

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