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Fiumi e dissesto, l'assessore Priolo: “Lo Stato faccia la sua parte”

Sfogo dell'assessore in Assemblea regionale: “Se io ho soltanto 15 milioni di euro l'anno per il dissesto questo non è sufficiente”. Bargi (Lega): "Alluvione prevedibile, mancata manutenzione"

Quella contro le conseguenze dei cambiamenti climatici, con piogge ogni volta più devastanti in Emilia-Romagna, "è una sfida che possiamo vincere solo avendo al nostro fianco lo Stato, perchè la competenza è statale". Lo scandisce l'assessore regionale alla Protezione civile Irene Priolo, relazionando oggi in Assemblea legislativa sull'alluvione nel modenese. La programmazione degli interventi e il finanziamento "spettano allo Stato", ricorda l'assessore, e "se io ho soltanto 15 milioni di euro l'anno per il dissesto questo non è sufficiente, è necessario che lo Stato faccia la sua parte". 

Priolo cita il maxi-piano contro il dissesto, 869 milioni di euro di progetti anti-dissesto 'candidati' nel Recovery Fund. Ma la realtà per ora è parecchio diversa. "Quest'anno il ministero ha finanziato per tutta la regione opere per il dissesto, interventi di competenza dello Stato, per 15 milioni di euro", sottolinea Priolo. "Mentre noi per il Recovery, solo per Modena, ne abbiamo chiesti 115. Potete ben comprendere quanto lontane- si rivolge ai consiglieri Priolo- siano le necessità che abbiamo rispetto a quanto ci viene corrisposto. Non possiamo tutte le volte aspettare una emergenza".

"Quello che è accaduto domenica è inaccettabile. Non si parla di tracimazione ma di rottura dell'argine e cio' fa pensare a una mancata manutenzione ordinaria". Cosi' la Lega in Regione Emilia-Romagna, per iniziativa del consigliere modenese Stefano Bargi, insiste per "fare chiarezza" sull'esondazione del Panaro. Dicendosi non convinto della risposta ricevuta in aula durante il question time dall'assessora all'Ambiente Irene Priolo, rincara Bargi: "Quello che vogliamo sapere è quali siano le cause di tale rottura e quali le responsabilità specifiche". E se Priolo ha ricordato come l'evento di domenica si sia verificato a seguito di "importanti precipitazioni" con "un livello di pioggia che non si è visto da 100 anni a questa parte", il consigliere leghista tira dritto: "Siamo di fronte a fenomeni importanti ma non possiamo considerarli straordinari. Ogni anno affrontiamo sei, otto piene. Manca pero' la capacità di mettere i nostri corsi d'acqua in grado di non nuocere in queste condizioni". 

Sul tema arriva anche un'interrogazione della consigliera Giulia Gibertoni (gruppo misto), che vuole sapere in particolare "se ci siano correlazioni con la rottura, a quanto pare nello stesso tratto, del 2014. Gibertoni domanda quindi "cosa sia stato fatto per manutenere il fiume in quell'area e se al momento dell'esondazione fosse attivo il servizio di piena di Aipo".

Incalza la giunta regionale, nel corso del dibattito in aula sull'esondazione, anche il consigliere Fdi Giancarlo Tagliaferri, che tuona: "Le politiche della Regione in materia ambientale e di contrasto al dissesto idrogeologico si sono dimostrate tutte sbagliate: ogni volta che piove gli argini dei nostri fiumi diventano colabrodo, ogni volta che nevica le nostre montagne ruzzolano a valle. E questo perchè la Regione ha abbandonato il territorio: i piccoli paesi si spopolano perchè viverci è diventato infernale, e cosi' nessuno si occupa piu' della manutenzione del territorio. Lo stesso discorso puo' valere per l'agricoltura: solo grandi aziende che non hanno certo nel loro core business- segnala Tagliaferri- la cura dei fossi e degli alvei dei fiumi".

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