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Farmacie Comunali verso la privatizzazione, il Comune cede le quote

Si elimina il vincolo della maggioranza pubblica: via libera alla vendita di azioni annunciata con il Bilancio. Delibera in commissione, assemblea il 22 giugno

Nello statuto delle Farmacie comunali di Modena verrà eliminato il vincolo della maggioranza pubblica avviando così il percorso per la vendita da parte del Comune, come annunciato in occasione dell’approvazione del bilancio per sostenere gli investimenti programmati, di una quota di azioni che al massimo sarà del 17,488 per cento del capitale sociale. E’ il contenuto della delibera che verrà presentata in commissione consiliare Risorse lunedì 8 giugno in vista del Consiglio comunale della settimana successiva.

E già stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale, infatti, la convocazione per lunedì 22 giugno dell’assemblea straordinaria di Farmacie comunali di Modena spa che dovrà approvare la modifica statutaria proposta dal consiglio di amministrazione su richiesta del sindaco Gian Carlo Muzzarelli. Attualmente il Comune di Modena possiede il 50,89% della società (6.361 azioni), mentre il 46,11% (5.764 azioni) è di Finube spa (holding controllata da Coop) e il restante 3% (375 azioni) è diviso tra dipendenti della società e cittadini.

Oltre alla modifica dello Statuto, la delibera proposta al Consiglio comunale prevede l’autorizzazione alla vendita fino a un massimo di 2.186 azioni, equivalenti al 17,488%, che porterebbe la quota del Comune al 33,4% del capitale sociale. L'operazione è pensata per portare nelle casse del comune circa 2,5 milioni di euro.

La vendita avverrà a pubblico incanto. In base allo Statuto, il consiglio di amministrazione dovrà esprimere gradimento al nuovo socio. Con le modifiche statutarie che eliminano il vincolo della maggioranza pubblica, cambia anche la composizione del cda che sarà composto obbligatoriamente da tre membri (l’attuale statuto prevede la possibilità di nominarne fino a nove) in cui il Comune potrà designarne due in caso abbia la maggioranza capitale sociale, oppure uno in caso contrario.

Le due modifiche statutarie riguardano l’introduzione della possibilità per l’azienda di svolgere anche vendita all’ingrosso di farmaci, un’attività consentita dalla legge fin dal 2006 con la conversione del decreto Bersani, nonchè l’adeguamento alle norme della legge 120 sull’equilibrio di genere negli organi sociali.

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