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Calano in regione i giovani "neet": diversi i progetti in atto

L’assessora Guadagnini ha risposto in Consiglio a una interrogazione di Venturelli (Pd)

“Quello della condizione lavorativa giovanile, dell'accesso al lavoro e alla formazione, è un tema centrale e complesso che intreccia questioni economiche, di sviluppo e investimenti, e questioni sociali e personali”. Lo ha premesso Irene Guadagnini, assessora alle Politiche giovanili, rispondendo in Consiglio giovedì 24 gennaio a una interrogazione di Federica Venturelli (Pd) sul tema dei cosiddetti “Neet”, giovani che, anche a Modena, non studiano e non lavorano. Una interrogazione articolata in più punti ai quali l’assessora ha inteso rispondere uno per uno, precisando che “le risposte che possono e devono essere date, per un Comune sono circoscritte all'ambito che ci compete e non possono spostare l'asse di una politica nazionale e una economia sovranazionale. Ma possono, nel concreto delle nostre realtà, tracciare una linea a partire da dati ancora difficili da reperire, tanto che per questa risposta abbiamo sentito, oltre alla Regione, gli uffici politiche giovanili, statistica, politiche abitative, l'Informagiovani e il Settore istruzione”. I dati ci dicono che in Emilia-Romagna il tasso di occupazione giovanile (15-29 anni) nel 2017 è stato del 38.3% in aumento di quasi 4 punti percentuali in confronto al 2014; rispetto al dato complessivo rimane la criticità del divario tra occupazione maschile (43,3%) e femminile (33,1%). Nel 2017 la disoccupazione giovanile si è ridotta di 7,4 punti (rispetto al 2014), arrivando nel 2017 al 16,4% (maschile 13,2%, femminile 20,4%). La quota di giovani “Neet in regione è passata dal 20,6% del 2014 al 16,1% del 2017, dato migliore rispetto alla media nazionale.

Entrando nel merito dei quesiti posti dalla consigliera Venturelli, riguardo alle iniziative intraprese per l'emancipazione abitativa dei giovani dalla famiglia di origine, il potenziamento per il diritto allo studio e alla formazione, l’inserimento lavorativo, l’avvio di imprese giovanili e esperienze formative e lavorative, l’assessora ha ribadito come politiche efficaci non possono essere sviluppate solo a livello locale ma devono trovare in politiche nazionali e piani regionali la cornice per realizzare azioni concrete nei diversi contesti territoriali. È il caso delle Politiche attive a favore dei giovani che vede, ad esempio, a livello regionale una azione pluriennale per favorire l'acquisto della casa col programma “Una casa alle giovani coppie”, che consente di accedere a un contributo che va da un minimo di 20 mila a un massimo di 25 mila euro, da scontare sul prezzo di vendita. Nell'ambito delle politiche comunali l'attenzione ai giovani è presente: ad esempio la palazzina costruita in via Forghieri ha visto un bando rivolto a 33 giovani coppie. Così come si sta lavorando per potenziare l'offerta di alloggi da destinare agli studenti a prezzi accessibili come quelli all'RNord (che sono arrivati a circa 50).

Quanto alla questione posta dalla consigliera Pd sullo “strutturare politiche di inclusione di giovani per ridurre l’abbandono scolastico favorendo l’inserimento stabile nel mondo del lavoro”, Guadagnini ha ricordato come l'elemento formativo e di orientamento al lavoro è sistematicamente inserito nei progetti dell'assessorato, citando ad esempio i progetti “Yep” sullo sviluppo di competenze per il mondo del lavoro e sull'incontro giovani - imprese; le attività professionalizzanti del Centro musica,  il servizio civile e il nuovo bando a favore dell'imprenditoria femminile. Il 22 dicembre 2018, ha ricordato l’assessora, la delibera regionale di approvazione dei piani triennali e annuali presentati dalle province ha assegnato al territorio modenese 614.000 euro all'anno per la progettazione di azioni di orientamento anche con l'obiettivo di contrasto alla dispersione scolastica. L’Informagiovani dà un servizio personale di orientamento, riorientamento e accompagnamento. I Saloni dello studente e dell’orientamento affiancano l’alternanza scuola lavoro e altri servizi.

Riguardo ai risultati raggiunti col programma Garanzia giovani a Modena, l’assessora ha riferito a Venturelli e al Consiglio che dal 1 maggio 2014 alla fine del 2017, i centri per l’impiego della Regione hanno preso in carico 82.197 giovani (14 mila della provincia di Modena, 17%) con cui hanno stipulato patti di servizio, proponendo misure di attivazione verso il mercato del lavoro per rafforzarne l’occupabilità con formazione e incentivi per le assunzioni.

Sul fatto che il Comune intenda chiedere una implementazione di fondi per nuovi modelli di inclusione, acquisizione di competenze e partecipazione sociale dei “Neet”, l’assessora ha ribadito che, pur se ancora tanti, i “Neet” a livello regionale sono calati. E il programma regionale “Giovani più”, appena varato, fornirà sostegni e incentivi con 260 milioni di euro aggiuntivi tra cui 25 per il secondo programma Garanzia Giovani. “Un Patto per i giovani – ha spiegato Guadagnini - con l'obiettivo di garantire più opportunità e creare buona occupazione per ragazze e ragazzi, sottoscritto con Province, Comuni capoluogo, sindacati, associazioni di imprese e professionisti, terzo settore, atenei, Ufficio scolastico regionale, Abi e Unioncamere. La consigliera Venturelli si è detta soddisfatta per le importanti azioni di Comune e Regione. “La condizione Neet – ha detto - è un problema non solo regionale o nazionale, ma europeo, su cui c’è da fare ancora tanto, perché costituisce uno spreco di capitale umano giovanile”.

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