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Cittadella a luci rosse a Modena, le donne del Pd non ci stanno

Trova ferma opposizione tra il gentil sesso del suo stesso partito la proposta del consigliere Fausto Cigni, che ha invitato l'amministrazione a organizzare le prostitute in un'area protetta e liberamente fruibile. Liotti: "Contenere il fenomeno, non legittimarlo"

Si ripresenta ciclicamente anche nella nostra città il dibattito – anche se finora in modo del tutto sterile – sulla riapertura delle case chiuse o sulla strutturazione della prostituzione in aree soggette ad una fruizione libera ma regolamentata. Un dibattito che naviga nella nebulosa giuridica della legge italiana, che finora ha lasciato spazio a qualche esperimento poco riuscito di “legalizzazione” del mestiere più antico del mondo, senza mai subire però sostanziali variazioni.

A fomentare la discussione modenese è ancora una volta il consigliere uscente del partito Democratico in provincia, Fausto Cigni, storico sostenitore di questa battaglia. La proposta indirizzata alla Giunta Muzzarelli è quella classica: individuare un'area della città in cui permettere l'esercizio della prostituzione, sotto la lente di controlli sanitari e sociali, ma soprattutto secondo una regolamentazione fiscale.

A spegnere l'animo bellicoso di Fausto Cigni aveva già parzialmente provveduto lo stesso sindaco Gian Carlo Muzzarelli, il quale, parlando del piano sicurezza e della diffusa attività di prostituzione stradale, ha sottolineato come “occorra impegnarsi per contenere il fenomeno della prostituzione piuttosto che legittimarlo creando aree a luci rosse”. Un concetto che è stato ribadito anche oggi da Caterina Liotti, portavoce delle donne del Pd modenese.

“É importante, soprattutto per la parte della prostituzione legata alla tratta di essere umani, rafforzare l'impegno delle Istituzioni locali nel rendere effettivo il sostegno alle donne che intendono uscirne – ha spiegato la Liotti - Credo, inoltre, che il danno culturale che si potrebbe ingenerare sarebbe enorme. Legittimare le zone a luci rosse avrebbe un impatto pesante sulle giovani generazioni. Troverebbe ulteriore alimento nei ragazzi lo stereotipo della donna quale oggetto sessuale che si può comprare e vendere e nelle ragazze la convinzione che, tutto sommato, quello della prostituta è un mestiere come un altro”.

Poi la replica dura a Cigni, che aveva auspicato dalle colonne della Gazzetta di Modena di superare anche i “bigottismi” delle femministe: “Rispetto alle motivazioni portate a sostegno dell’idea da Fausto Cigni, ovvero che 'se non si riesce a fermare la domanda di sesso a pagamento le Istituzioni dovrebbero almeno governala', invito tutti a provare a trasferire questo concetto sulle altre forme di illegalità che aumentano l'insicurezza della nostra città, dallo spaccio di droghe alla microcriminalità – afferma la democratica - Sarebbe come dire che siccome c’è una richiesta di droga dobbiamo ricavare uno spazio dove lo spaccio sia legale. No, noi come donne del Pd non ci stiamo!”.

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