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Teatro Carani, le proposte del Comune per la riapertura

Da parte dell'Amministrazione Pistoni arriva la "massima disponibilità all'acquisto o all'affitto a lungo termine"

Piena disponibilità da parte dell’Amministrazione Comunale alla prosecuzione del rapporto con la Società proprietaria del Teatro Carani, a condizioni però compatibili con i vincoli imposti dalla normativa vigente: è questa, in sintesi, la posizione assunta dal Comune di Sassuolo, inviata alla proprietà attraverso una lettera a firma del Sindaco Claudio Pistoni, in merito alla riapertura del teatro cittadino.

Premettendo che la riapertura del Teatro Carani deve avvenire con autorizzazione della Commissione provinciale di vigilanza sul pubblico spettacolo e nel rispetto delle norme antisismiche, sono tre le proposte avanzate dall’Amministrazione Comunale di Sassuolo: proposte che rappresentano altrettanti percorsi alternativi che hanno l’obiettivo finale di riaprire il prima possibile il Teatro nel rispetto dei necessari presupposti di legittimità e di corretto impiego delle risorse pubbliche, e nel perseguimento dell’interesse pubblico alla erogazione di servizi teatrali e di promozione, programmazione e distribuzione degli spettacoli come previsto dalla L.R. 13/1999.

L’Amministrazione Comunale si dice quindi pienamente disponibile su tre fronti: acquisizione della proprietà della struttura cinema-teatro, nelle condizioni in cui si trova oggi a fronte di una permuta con altre proprietà immobiliari del Comune; stipula di un contratto di affitto dell’immobile di durata almeno ventennale, con oneri di ripristino a carico del Comune di Sassuolo da scomputare nel calcolo del canone dovuto da concordare; stipula di un contratto di affitto dell’immobile, con durata da definire di comune accordo, con oneri di ripristino a carico della proprietà, da considerare nel calcolo del canone dovuto da concordare.

Tre proposte alternative a quella avanzata dalla proprietà, che in sostanza offriva il rinnovo quinquennale del contratto alle medesime condizioni di quelle attuali, con onere a carico del Comune degli interventi di ripristino: proposta che l’Amministrazione Comunale ritiene non perseguibile perché può configurare profili di violazione delle norme giuscontabili che regolano i procedimenti di spesa degli Enti Locali.

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