"Servono interventi strutturali", proposta di legge targata FdI per la sicurezza dei fiumi
Il partito modenese, attraverso il consigliere Michele Barcaiuolo, presenta un testo di legge regionale per implementare le attività di pulizia, controllo e prevenzione lungo i corsi d'acqua
RATELLI D'ITALIA: MODENA SOTT'ACQUA SE NON SI INVESTE IN INTERVENTI STRUTTURALI PER LA MESSA IN SICUREZZA DEI FIUMI SECCHIA E PANARO
Fratelli d'Italia riaccende i riflettori sul tema della sicurezza idraulica, in particolare quella del territorio modenese: lo fa presentando una proposta di legge regionale a firma del Consigliere Michele Barcaiuolo. Lo scopo è quello di implementare i fondi per la messa in sicurezza dei fiumi Secchia e Panaro. Le sue finalità stabiliscono le modalità di esecuzione di interventi di carattere preventivo, al fine di garantire una corretta pulizia delle aree e di ristabilire l'assetto plano altimetrico degli alvei e dei corridoi fluviali, tenendo conto della traiettoria evolutiva storica degli alvei. Gli interventi autorizzati sono quelli di manutenzione idraulica straordinaria e, soprattutto, preventiva e, al fine di ottimizzare gli interventi sul territorio, il progetto di legge prevede che vengano coordinati gli interventi coi vari Enti competenti in materia di Difesa del suolo e di Gestione delle opere.
"Nel corso del Novecento, l'area modenese è stata colpita da sensibili variazioni degli andamenti meteo- climatici con l'alternarsi di periodi estremamente piovosi ad altrettanti periodi caratterizzati da carenza di precipitazioni piovose e nevose. Oltre a questi eventi meteo-climatici non prevedibili, si è affiancato il problema dell'aumento degli insediamenti urbani, con sempre maggiore difficoltà nell'allontanamento delle acque a causa di un sistema idrografico non adeguato che continua a causare ricorrenti allagamenti. Inoltre, un progressivo abbandono della campagna con conseguente drastico calo del numero di agricoltori, manutentori e custodi del fiume, degli argini e delle golene", commenta il Consigliere e Coordinatore Regionale Michele Barcaiuolo.
"Le Linee guida regionali promulgate nel 2015 contemplano la soluzione di riqualificare il livello morfologico ed ecologico dei corsi d'acqua cercando di lasciare la possibilità ai corsi d'acqua di allargare o erodere dove questo possa avvenire senza minacciare vite umane. La progettazione degli interventi dovrà assumere, quali aspetti vincolanti, la conservazione delle caratteristiche di naturalità dell'alveo fluviale - continua Barcaiuolo - il grado di sicurezza complessivo del corso medio-basso del fiume Secchia si attesta ad un tempo di ritorno ventennale e risulta quindi insufficiente per un territorio fragile e vulnerabile come quello del modenese. Per quanto concerne il fiume Panaro, invece, le autorità competenti, dal 2014, hanno effettuato sempre e solo interventi di manutenzione ordinaria e, inoltre, dal 2017 sono stati effettuati sondaggi geologici e risagomature arginali nelle aree in cui era necessario alzare gli argini, noncuranti dei restanti tratti non interessati da interventi di innalzamento".
Una critica, dunque, alla tipologia di interventi finora realizzati e programmati a seguito dei più recenti disastri alluvionali. Secondo Fratelli d'Italia - forte anche degli scenari previsionali di AIPo (in foto) e delle relazioni dell'ente svolte dopo il disastro del 2014 - il solo innalzamento e rafforzamento degli argini non garantirebbe ai modenesi di dormire sogni tranquilli.
"È indispensabile affrontare queste situazioni con strategie politiche rivolte maggiormente alla prevenzione, alla cura del territorio, all'adozione di pratiche di vigilanza attiva e di manutenzione costante del suolo e soprattutto dei corsi d'acqua, che siano in grado di mantenere in uno stato di reale sicurezza le aree più sensibili dal punto di vista del rischio idrogeologico e di esondazione. Dalle mappe allegate al PGRA emerge uno scenario alquanto preoccupante per le sorti della nostra Provincia - incalza il Presidente Provinciale Ferdinando Pulitanò - se si continua a intervenire con piccoli e sporadici interventi sulla messa in sicurezza dei nostri fiumi, il rischio di un pluri cedimento non appare così remoto e le conseguenze potrebbero arrivare fino alla completa inondazione di Modena e di numerosi comuni della Provincia".