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Tagli ai Patronati e ai Caf, i sindacati protestano sotto l'INPS

La Legge di Stabilità diminuisce ancora i finanziamenti pubblici. Acli, Inas, Inca e Ital chiedono la soppressione dell’emendamento. Cgil-Cisl-Uil e Acli: «No tagli a patronati e Caf previsti da legge Stabilità»

Per il secondo anno consecutivo il governo taglia le risorse destinate ai patronati e ai Caf e i diretti interessati insorgono. La legge di Stabilità 2016 prevede per il fondo patronati una riduzione di 28 milioni di euro (che si aggiunge a quella di 35 milioni di euro già stabilito lo scorso anno), mentre per i Caf il taglio ipotizzato è di 40 milioni di euro. Anche a Modena Cgil-Cisl-Uil e Acli sono mobilitate contro queste misure. Stamattina davanti alla sede provinciale dell’Inps sindacalisti e operatori di patronati e Caf hanno distribuito volantini e altro materiale per spiegare ai cittadini le conseguenze dei tagli a questi servizi, di cui usufruiscono ogni anno centinaia di migliaia di cittadini modenesi. 

I responsabili provinciali di Acli, Inas, Inca, Ital chiedono la soppressione della norma che infligge un altro colpo alla rete dei patronati, considerando tale ipotesi “intollerabile quanto inspiegabile”. “Denunciamo soprattutto il carattere strutturale della riduzione delle risorse, con un ulteriore intervento sull’aliquota di alimentazione del fondo che, solo nel prossimo triennio, prevede un taglio del finanziamento, rispetto a quanto si attendeva fino allo scorso anno, di ben 284 milioni di euro per il periodo 2015–2018, con conseguenze irrecuperabili sull’assistenza dei cittadini in Italia e all’estero – affermano Salvatore Ferraro (Acli), Cristiano Marini (Inas-Cisl), Maura Romagnoli (Inca-Cgil) e Angela Vicenzi (Ital-Uil) - La situazione risulta ancora più grave se si considera il ritardo cronico che affligge i pagamenti e la riduzione degli acconti. Anche i tecnici di Camera e Senato, nel dossier sulla legge di Stabilità, hanno sottolineato come “andrebbe comunque attentamente ponderata la effettiva praticabilità di ulteriori riduzioni degli stanziamenti’ per i patronati ‘alla luce dei ripetuti interventi già operati in precedenza sul medesimo stanziamento'”. 

“Se infatti verrà confermata la riduzione dei compensi di 40 milioni di euro annui prevista dal disegno di legge di Stabilità, non avremo altra scelta che ridurre i costi. Una scelta che si tradurrà in minori servizi e tutele – avvertono Franco Saracino (Caf-Cisl), Daniela Bondi (Csc Caf-Cgil), Patrizia Pedretti (Caf-Uil) e Francesca Maletti (Caf-Acli) – A soffrirne sarebbero maggiormente le persone anziane e i ceti più deboli che non hanno gli strumenti per orientarsi nella materia fiscale». La rimodulazione dei compensi del 2014 per i successivi tre anni conteneva già una clausola di rispetto di spesa con un risparmio rispetto alle annualità di costo precedenti e rappresentava, a detta del Ministero dell’Economia, “il giusto riequilibrio per i Caf a fronte dei maggiori oneri e adempimenti a loro affidati”. Ad esempio, tra questi vi è l'onere a carico del Caf, nel caso di errori, di pagare imposta, sanzioni e interessi. Il taglio dunque rischia di essere scaricato sull'utenza come aumento delle tariffe. «Il taglio rischia inoltre di compromettere un’importante funzione sociale che da sempre svolgono i Caf, ovvero essere punto di riferimento per la compilazione del modello Isee, necessario per godere delle prestazioni sociali agevolate che la pubblica amministrazione prevede per chi è in situazione di svantaggio economico o sociale. Gravi ripercussioni potrebbero infine registrarsi – concludono i responsabili provinciali dei Caf - anche sul progetto del 730 precompilato”.

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