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Politica Caduti in Guerra / Viale Martiri della Libertà

Provincia, consiglio unanime contro l'aumento dell'Iva

L'odg proposto proposto dai consiglieri Mazzi (Pdl) e Vicenzi (Udc)è stato votato da tutta l'assemblea: "Non solo non si dovrebbe innalzare l'Iva al 22 per cento ma bisognerebbe riportarla al 20 perché l'aumento dell'aliquota non ha portato il gettito previsto in regime di calo dei consumi"

Rinunciare definitivamente all’aumento dell’Iva, per ora solo sospeso. Aumentare i pagamenti dei debiti delle Pubbliche amministrazioni alle imprese. Allentare in modo selettivo il Patto di stabilità per gli enti locali con i bilanci in ordine e disponibili a spese per investimenti. Sono queste le richieste al Governo contenute nell’ordine del giorno proposto dai consiglieri Mazzi (Pdl) e Vicenzi (Udc) e approvato all’unanimità dal Consiglio provinciale di Modena nei giorni scorsi.

Illustrando il documento, già proposto il 21 di giugno e poi ripresentato con alcune modifiche, Dante Mazzi ha affermato che «non solo non si dovrebbe innalzare l’Iva al 22 per cento ma bisognerebbe riportarla al 20 perché, come era intuibile, l’aumento dell’aliquota non ha portato il gettito previsto in regime di calo dei consumi. Quindi la questione non è aumentare la tassa – ha proseguito il consigliere – ma l’imponibile e questo potrebbe avvenire, per esempio, se la Pubblica amministrazione pagasse i propri debiti». Mazzi ha poi contestato la giustificazione della mancanza di copertura sostenendo che la Pubblica amministrazione «potrebbe saldare i propri debiti con le imprese, che vantano cento miliardi di crediti, cercando una fonte alternativa di finanziamento e quindi semplicemente cambiando creditore ma rimettendo in circolo denaro che innescherebbe un circolo virtuoso». L’ordine del giorno mette inoltre in evidenza che l’Iva è un costo non deducibile per gli enti locali e di conseguenza ogni aumento rappresenta un ulteriore onere per bilanci già in sofferenza e che il Patto di stabilità congela fondi anche di amministrazioni virtuose che potrebbero utilizzarli per investimenti: «Nella nostra Provincia sono fermi ben cinquanta milioni di euro – ha sottolineato Mazzi – che potrebbero essere invece utilizzati per la ricostruzione nelle zone del terremoto».

Fabio Vicenzi (Udc) ha evidenziato «l’opportunità di proporre questi argomenti proprio in questo momento. Chiaramente ci rendiamo conto che il Governo non può limitarsi a ragionare a compartimenti stagni e che la materia economica non si esaurisce solo nel problema dell’Iva e infatti l’ordine del giorno richiede anche una revisione, da tutti ormai ritenuta necessaria, del Patto di stabilità per poter spendere sul territorio le risorse che gli enti virtuosi hanno saputo risparmiare e mettere da parte. Se riusciamo a liberare risorse per pagare i debiti dello Stato e degli Enti locali verso le imprese – ha continuato Vicenzi – questo libera risorse che in parte lo Stato torna a ricevere, sempre attraverso l’Iva. Questo Governo ha un orizzonte temporale tale da poter affrontare questi temi, quindi è giusto segnalarli».

A Modena, ha affermato Marc’Aurelio Santi (Pd), «abbiamo il problema del sisma e la necessità di rilanciare l’economia e di fare impresa: con l’aumento dell’Iva e delle tasse non potremo risolvere nessuna di queste situazioni. Abbiamo visto la recessione che nasce dal sempre maggiore accrescimento delle tasse e non possiamo ignorare il tema anche perché è giusto che la gente capisca che la politica ricomincia a occuparsi dei problemi veri delle persone». Per Marina Vignola (Pd) non si può «chiedere di non aumentare l’Iva e nelle stesso tempo reclamare non solo l’abolizione ma addirittura la restituzione dell’Imu. Sono due misure che hanno un impatto opposto e a noi le entrate dell’Imu servono proprio per evitare di aumentare l’Iva e per sostenere le politiche di restituzione del debito che, giustamente, vengono richiamate anche in questo ordine del giorno».

«Non bisogna essere scienziati per capire che in un momento di stagnazione economica qualsiasi aumento dell’Iva deprime l’economia» ha affermato Stefano Corti (Lega nord) aggiungendo che «bisogna staccarsi dai dobermann di Strasburgo che vogliono imporci lacci ulteriori. Alzando ancora le tasse inevitabilmente si incoraggiano il lavoro nero e l’evasione o l’elusione fiscale: quindi l’Iva semmai va ridotta o vanno cambiate le deduzioni fiscali per gli imprenditori che sono la colonna vertebrale del nostro sistema economico». «Sorprendente che i professori non abbiano capito che l’aumento dell’Iva anche di un solo punto avrebbe comportato una caduta in picchiata dei consumi» ha ribadito Sergio Pederzini (Idv) per il quale «è dimostrato che aumentare le tasse non può risollevare una nazione» e Mauro Sighinolfi (Pdl) ha osservato che «se una persona ha a disposizione mille, spenderà per mille e quindi se deve dare di più allo Stato, darà meno ai produttori che poi pagheranno meno tasse e così via in un circolo vizioso. Il guadagno che verrebbe quindi da un aumento dell’Iva sarebbe solo temporaneo».

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