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Riordino province, Cigni (Pd) lancia la "Provincia del Secchia"

La provocazione del consigliere provinciale in risposta alle proteste di Pdl, Lega... e qualche democratico scontento. Garagnani (Pd): "Provincia di Reggio e Modena? Sarebbe come cambiare nome alla Nutella"

La cosa era nata come una boutade da post-consiglio provinciale al termine della seduta di due giorni fa in viale Martiri, ma, nella mattinata odierna, la cosa è stata messa su bianco da un comunicato stampa del Pd a firma di Fausto Cigni: "Fino a due settimane fa - esordisce il consigliere provinciale - sembravano tutti per l’abolizione delle Province, definite come l’emblema dell’ente inutile, e adesso che l’Emilia Romagna, prima Regione in Italia, sembra fare sul serio, ecco che spuntano i paladini della modenesità offuscata da un presunto predominio dei cugini reggiani. Se vogliamo mantenere la discussione a questo livello, io ci sto e anzi rilancio: il nuovo ente che nascerà chiamiamolo “Provincia della Secchia”, così saranno contenti sia gli aspiranti “nuotatori” leghisti che pianificano di attraversarla a bracciate che gli amici “cultori della storia locale” del mio stesso partito".

L'ipotesi è che questi "amici" siano Ennio Cottafavi, l'unico democratico ad avere votato favorevolmente all'odg Pdl di ripristinare l'ordine Modena-Reggio e al consigliere comunale William Garagnani che si è detto esterreffatto del comportamento tenuto dal suo stesso partito: "Che utilità può avere il fatto di avere palazzi per ospitare quattro sedi per politici locali sempre più depotenziati a confronto dell’importanza per il marketing territoriale che ha il chiamarsi provincia di Modena e Reggio? Sarebbe come cambiare nome alla Nutella - ha spiegato alla Gazzetta di Modena - Quella è una scelta che oltre a non capirsi su quale base concreta si poggi non ha alcuna ragione di essere né geografica, né economica, né storica, né culturale e tantomeno alfabetica. Ma cosa vuol dire che si è deciso di collocare le province da ovest ad est? E allora perché non da Est a ovest, tra l’altro la via Emilia parte da Rimini per arrivare fino a Modena. È una decisione presa sulle teste dei modenesi senza che possano pronunciarsi. A cominciare dal consiglio comunale che, tanto per fare un esempio ne potrà parlare solo il 22 ottobre, mentre a Bologna in contemporanea voteranno sì a Reggio e Modena. E io sull’argomento ho presentato una interrogazione il 5 ottobre". Interpellato sulla petizione organizzata dal Pdl per sabato pomeriggio in via Emilia Centro, Garagnani si è detto possibilista: "Leggerò il testo e valuterò".

Tornando a Fausto Cigni, invece, la proposta del sindaco di Modena Est è quella di "smettere di parlare di aria fritta e cominciare a confrontarci su una riforma dello Stato seria e urgente, anche in questo caso, sono pronto al confronto". Peccato che la questione del nome non sia gretto campanilismo o materia da ultrà da Stadio Braglia, come alcuni politici vogliono farci credere: fosse una cosa inutile, al politica reggiana non si sarebbe così tanto adoperata per portare a casa la "Provincia di Reggio e Modena". Fare come i reggiani, ovvero impostare un dibattito serio e ragionato sul nome, le competenze e le funzioni coinvolgendo istituzioni, sindacati e associazioni, avrebbe certamente aiutato. "Noi dobbiamo, davvero, andare verso una forma di Stato capace di rispondere alle nuove esigenze - prosegue Cigni nella sua requisitoria - un Governo snello presente sulla politica nazionale, internazionale e sulla sicurezza che possa contare su una capace Polizia di stato, piccoli nuclei di polizia militare e la Dda; Regioni sburocratizzate; Comuni grandi autonomi e piccoli Comuni unificati; un ruolo più definito per le Polizie municipali. In questo modello non c’è spazio per le Province, così come non c’è spazio per le Prefetture e le Camere di commercio. Questa è la mia opinione - conclude Cigni - se vogliamo essere seri cominciamo a discutere di una riforma complessiva, smettiamola di accapigliarci sul nulla”.

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