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Urbanistica: il nuovo Psc ritorna alle periferie e ai centri di vicinato

L'assessore all'urbanistica Giacobazzi presenta in consiglio comunale il documento "Modena creativa e concreta": l'obiettivo principale sarà quello di ridare forza ai centri di vicinato riportandoli ad essere veri poli attrattivi

Modena è destinata ad avere sempre più nuclei famigliari di dimensioni sempre più ridotte: da qui la necessità di avere più alloggi di dimensioni minori rispetto a quelle attuali. Questo il nucleo fondante del nuovo piano strutturale comunale presentato oggi in consiglio comunale a Modena da parte dell'assessore all'urbanistica Gabriele Giacobazzi. 

ABITANTI - Il documento portato all'attenzione dei consiglieri, "Modena creativa e concreta", rappresenta una drastica inversione di tendenza rispetto a quanto prospettato dal celebre "Modena Futura", la maxi-Modena da 250mila abitanti prospettata dall'ex titolare dell'urbanistica Daniele Sitta. La città che verrà sarà sempre più abitata da famiglie di dimensioni ridotte e la risposta di alloggi deve essere adeguata: "Da qui al 2022 - ha spiegato Giacobazzi - Le previsioni sono comunque aleatorie, ma il piano è dotato di un sistema di autoregolamentazione che l'amministrazione provvederà a mettere a punto. In ogni caso, dovremo essere pronti a reggere la crescita prevista di 15-18mila abitanti che dovremmo avere nei prossimi 20 anni".
 
CENTRI DI VICINATO - Nuova attenzione per i centri di vicinato, indicati dall'assessore come elemento chiave per bilanciare "la polarità tra centro e periferia - ha aggiunto Giacobazzi - Non sono ipotizzabili nuove grandi strutture come quelle realizzate nello scorso decennio. Il documento azzarda l'ipotesi di rafforzare i centri di vicinato, per fare in modo di che operatori economici, commerciali e immobiliari concentrino le loro attività in questi spazi". Tutto questo per riportare in equilibrio la bilancia dell'attrività fra centro e periferia, con occhio di riguardo per i quartieri più recenti in cui "cercare qualità urbana, luoghi dove si stia volentieri, dove si sia disposti a spendere parte del proprio tempo - ha spiegato l'assessore - La città è un luogo fatto più di tempo che mattone. Cercare di articolare e concentrare più reti disarticolate nelle periferie (parrocchie, scuole, commercio, welfare, ecc.): questa è la nostra scommessa".
 
UTOPIA - Al limite dell'utopia, invece, l'ultimo concetto proposto dal nuovo psc: "Demolire e ricostruire gli alloggi più piccoli? Costa molto - ha specificato Giacobazzi - Questa è la sfida più difficile: possiamo immaginare che ci siano processi di sostituzione e trasferimento delle volumetrie da effettuare in aree di proprietà del Comune, tutto ovviamente prendendo accordi con i proprietari degli stabili interessati e costruendo edifici antisismici a risparmio energetico e senza barriere architettoniche. In alcune porzioni di città è necessario ridurre la densità, in altre si è nella situazione opposta".
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