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Urbanistica, i vendoliani propendono per il voto contrario

Cristian Favarin, coordinatore cittadino Sel, in seguito all'assemblea degli iscritti, comunica una decisione che certo non farà piacere alla Giunta: "Ci avviamo dunque verso un voto negativo, se non ci verificheranno nuove condizioni"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ModenaToday

Il Circolo di Modena e il Gruppo Consiliare di Sinistra Ecologia Libertà, dopo un percorso di riflessione conclusosi ieri sera con un’Assemblea degli iscritti, ha maturato una decisione contraria rispetto all'approvazione del Documento di Indirizzi per il nuovo PSC di Modena.

Sino all'ultimo abbiamo auspicato cambiamenti e impegni dal Sindaco Pighi e dall'Assessore Giacobazzi proponendo l’“azzeramento” del Documento che consentisse una riscrittura ed un coinvolgimento della città e delle sue competenze. Una riscrittura tesa a un documento snello ma chiaro, che indichi una vision e una direzione di marcia precisa lasciando ai successivi passaggi previsti dalle normative il compito delle quantificazioni e delle indicazioni tecniche.

Ad oggi queste disponibilità non sono pervenute. Ci sono stati proposti per lo più rifacimenti di forma, spostamenti di virgole e aggiunte di qualche parola qua e là che non modificano l'approccio complessivo che riteniamo vecchio e sbagliato. Unica modifica di sostanza, apprezzata ma insufficiente, lo spostamento dal documento di dati demografici e previsione di alloggi in un allegato “esemplificativo” e al quale si potrebbe anche rinunciare.

Ci avviamo dunque verso un voto negativo, se non ci verificheranno nuove condizioni, per tre ordini di motivi:

  • motivi di merito innanzitutto: questo documento è vecchio nell'approccio, non contiene visioni chiare, cerca di accontentare un po' tutti, unendo elementi tra loro contraddittori e inconciliabili. Non dice quasi nulla di significativo (e nulla di nuovo) su trasporto pubblico e mobilità, elementi chiave del futuro della città. E non risolve positivamente un elemento per noi decisivo: la questione della aree F. Queste aree non possono essere anticipate e vanno inserite nel nuovo PSC, unico strumento che possa definirne l'utilizzo all'interno di una visione complessiva di città. Per dirla con parole molto semplici, il PSC non può iniziare dove finiscono le aree F.

  • motivi di metodo: il percorso sin qui realizzato (quello dei cosidetti Stati Generali) ancora una volta ha visto una partecipazione insufficiente, con metodologie non inclusive, abbondanza di incontri bilaterali, gestione opaca degli inviti, poca chiarezza sull'utilizzo dei contenuti emersi negli incontri. Lo ripetiamo: la partecipazione è una cosa seria, un elemento (e un valore) per noi imprescindibile al quale vanno dedicati tempo e energie. La partecipazione deve consentire il dialogo e la ricerca di sintesi condivise, non la mera consultazione rispetto a posizioni già assunte.

  • motivi politici: il nostro no segnala –se ce ne fosse bisogno –  un cambio di fase. E' finito il tempo delle mediazioni al ribasso, dell'autoreferenzialità, delle infinite limature sui documenti. I cittadini si aspettano scelte nette e chiare e chiedono di essere coinvolti nelle scelte prima che esse siano fatte. Si può e si deve aprire una nuova epoca di approccio alla politica (e in particolare alle politiche urbanistiche) e alle relazioni tra cittadini e istituzioni. Auspichiamo un cambiamento culturale e politico che deve essere reso visibile, nel merito e nel metodo. E' necessario cambiare paradigmi, modi di leggere la realtà, di ascoltare le istanze della città - dei cittadini come degli attori economici e sociali - in uno scambio aperto e alla pari che valorizzi le competenze e sappia fare sintesi delle differenze.

Il nostro è un NO costruttivo. Continueremo pertanto il Laboratorio partecipato di politiche urbanistiche verso il nuovo PSC, un laboratorio che non viviamo come contrapposto al percorso promosso dal Comune ma che vuole affiancarlo e arricchirlo con ulteriori visioni, competenze, stimoli. Lo riteniamo un luogo utile e condiviso di elaborazione e di confronto, aperto e inclusivo, trasparente e accogliente. I risultati che ne usciranno saranno a disposizione della città e dell'Amministrazione comunale.

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