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Punto Nascite Mirandola. Platis (FI): "Approvato unanimità ordine del giorno"

Il 12% in meno di degenti della bassa sceglie la Lombardia, ma la Regione perde ancora 300mila euro in mobilità passiva. Il PN esce a pieni di voti negli indici di qualità regionali

"Nell’opinione pubblica - commenta Platis di FI - e tra gli operatori sanitari si è diffuso il sospetto che anche il Reparto di Ostetricia-Ginecologia di Mirandola sia stato ‘derogato’ per poco tempo e sia quindi  a rischio chiusura." Secondo il capogruppo, infatti, dopo che la Regione ha comunicato di avere richiesto deroga per evitare la chiusura di 6 punti nascite nei quali si registrano meno di 500 parti l’anno: Castelnovo ne’ Monti (Re), Borgo Val di Taro (Pr), Pavullo nel Frignano (Mo), Scandiano (Re), Cento (Fe) e Mirandola (Mo), l'intervento dell’Assessore Venturi che prospettava un riesame dell'attività dei sopracitati punti nascite nel 2018, lasciava intendere che non tutti potrebbero essere mantenuti aperti.

Continua il consigliere: "Questo fatto rischia di alimentare sfiducia nelle future madri e rende precaria l’attività dei professionisti in forze  al Reparto e pertanto, ieri sera, il Consiglio ha accolto la nostra proposta di sottolineare nuovamente "l’imprescindibile ruolo del Punto Nascite del Santa Maria Bianca". Tanto più che i dati delle nascite sono in forte recupero e sfiorano i 500 parti che come sapete è il limite per evitare la deroga. Gli indici di qualità del reparto di Mirandola, quali quelli del Cedap Regione ER, sono tra i migliori dell'Emilia-Romagna ed il Punto Nascite si sta affermando come riferimento anche per  realtà più distanti come Finale Emilia ed il basso mantovano."

"Non va trascurato - conclude Platis - il fattore mobilità passiva che tanto incide sulle casse regionali: nel 2015 erano 168 le cittadine dell’Area Nord che si sono rivolte al Servizio Sanitario della Regione Lombardia, mentre nel 2016 sono calate del 12,4% pari a 148 cittadine; nel 2016 la Regione Emilia-Romagna ha versato alla Regione Lombardia ben 297.174 € per le dimissioni delle degenti residenti nel  distretto di Mirandola che hanno preferito rivolgersi ad altre strutture lombarde. Questi 300mila euro possono e devono essere intercettati attraverso la promozione e il potenziamento dei servizi locali."

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